Clima rovente tra Israele e il sud del Libano. Hezbollah ha rivendicato la responsabilità dell’attacco che oggi ha ucciso un civile israeliano nel kibbutz Ha Goshrim, affermando di aver lanciato decine di razzi contro una vicina base militare. Dall’8 ottobre, gli attacchi guidati da Hezbollah hanno provocato 25 morti tra i civili israeliani e 18 tra soldati e riservisti dell’Idf. Secondo l’esercito, nell’attacco sono stati lanciati 10 razzi dal Libano, la maggior parte dei quali è stata intercettata dall’Iron Dome. L’Idf ha fatto sapere che sta bombardando il sito di lancio con l’artiglieria.
“Non ci aspettiamo un’invasione di terra israeliana, ma se dovesse succedere, siamo pronti. Se decidessero di entrare in Libano, metteremmo piede in Galilea”. È la minaccia che arriva da alcuni membri di spicco Hezbollah, riferita Al Jazeera. La milizia libanese risponderà a qualsiasi “aggressione” israeliana, anche se di natura e dimensioni limitate. “La leadership della resistenza deciderà la forma e la portata della risposta a qualsiasi potenziale aggressione”, hanno affermato esponenti di Hezbollah. “Gli emissari stranieri hanno suggerito di non rispondere ad alcun attacco in modo da non ampliare il conflitto, ma noi risponderemo.”, ha detto una delle fonti negando la paternità dell’attacco al Golan.
È la vendetta alla minaccia del premier israeliano Benjamin Netanyahu di una “risposta dura” dopo l’attacco missilistico di sabato scorso contro il campo di calcio a Majdal Shams, sulle Alture del Golan, che ha ucciso 12 tra bambini e adolescenti. Sedici giovani feriti sono ancora ricoverati in ospedale, sette di loro versano in gravi condizioni.
Un trentenne è morto per le ferite riportate in un attacco con razzi contro il nord di Israele. Lo riferisce il Jerusalem Post sulla base di notizie confermate dai soccorritori. In precedenza i media israeliani avevano riferito di un attacco con razzi contro il Kibbutz di HaGoshrim. Nella notte almeno cinque razzi sono stati lanciati dal Libano, ma non hanno raggiunto il territorio israeliano. A riferirlo è il sito Walla citato dal Times of Israel. In nottata una sirena di allarme anti-razzo è scattata nel Kibbutz Hanita, vicino al confine con il Libano, nella Galilea occidentale. Nessuna dichiarazione in merito è arrivata dall’esercito israeliano né ci sono state rivendicazioni di un attacco da parte di Hezbollah.
Intanto anche il Regno Unito si aggiunge alla lista dei Paesi che sollecitano i cittadini a lasciare il Libano. “Se attualmente vi trovate in Libano, vi esortiamo a partire fin quando sono disponibili opzioni commerciali” per lasciare il Paese, recita l’aggiornamento sul sito web dell’ambasciata britannica a Beirut. Sconsigliati “tutti i viaggi in Libano” a causa dei “rischi associati al conflitto in corso tra Israele, Hezbollah e altri attori non statali in Libano”. “La tensione è forte e gli eventi potrebbero avere un’escalation con poco preavviso”, si legge ancora sul sito della rappresentanza diplomatica.
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