MUGGIA. La presenza delle centinaia di giovani che quotidianamente da Trieste si riversano sulle spiagge di Muggia, ma anche nel centro cittadino e nei parchi, sta ora assumendo i contorni di un vero e proprio allarme sociale.
Dopo le operazioni della Polizia locale, della Polizia di Stato e dei Carabinieri, con pattugliamenti continui e identificazioni a tappeto, emerge anche dell’altro: non “solo” episodi di bullismo, aggressioni, vandalismo, abuso di alcol e sostanze stupefacenti, ma anche pestaggi organizzati. E a pagamento.
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Proprio così: i ragazzini si accordano sui social e si incontrano per picchiarsi. Chi assiste allo “spettacolo” paga un quota che poi va suddivisa tra chi si sottopone al match. Cinque, dieci euro a testa per “divertirsi” a vedere due coetanei che si prendono a sberle, a pugni e a calci. E tutti attorno a fare il tifo e aizzare. Di mezzo finiscono sia i maschi sia le femmine.
I fatti, riferiti e confermati da varie testimonianze, già all’attenzione delle forze dell’ordine, sono documentati anche da video. In uno, in particolare, la scena è questa: due ragazzine adolescenti, forse di tredici o quattordici anni appena, o poco più, prima si guardano scambiandosi qualche parola, quindi iniziano a spintonarsi, a sferrarsi sberle e a tirsi i capelli per la gioia degli altri amici in cerchio.
Che ridono, urlano eccitati, spingono le due a darsele sempre più forte. Una ragazzina a un certo punto sembra lamentarsi per un colpo arrivato in bocca, nei denti. «Ho l’apparecchio», dice.
Ma gli altri intorno: «Daiii... ancora!». Sullo sfondo si riconosce la stazione delle corriere di piazzale Curiel. È pieno giorno. Il video è stato registrato pochi giorni fa, circola in rete e sui profili di alcuni degli adolescenti che erano presenti al raduno violento. Il video è il trofeo acchiappa like da esibire sui Instagram e Tik Tok.
Ma uno dei punti di incontro dei ragazzini, oltre alla stazione degli autobus di piazzale Curiel, del molo “T” e del Lungomare Venezia, è villa Cossich. È la grande struttura degradata, abbandonata da molti anni e affacciata sul mare di Muggia, in cui i gruppi di adolescenti si danno appuntamento. È situata proprio di fronte al molo.
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Dentro è un disastro. I vandali hanno distrutto tutto: ciò che rimaneva degli arredi, specchi, lavandini, sanitari, vasche da bagno. I muri sono completamente lordati da scritte e graffiti. Sporcizia dappertutto. Ci sono materassi, segno che forse qualcuno occupa anche abusivamente quel vecchio immobile.
In questa villa, suddivisa su tre piani, si spacciano sostanze, si consuma alcol. I mozziconi di sigaretta, le bottiglie e le lattine sono segni inconfondibili di questi raduni.
E, pure qui, si organizzano i pestaggi a pagamento analogamente a quelli documentate nel piazzale della stazione degli autobus.
Non solo. Dentro vengono registrati video di ragazzi armati di coltelli, a emulare gli idoli della musica trap o drill, in cui tendono a identificarsi e che fanno da sfondo alle giornate di questi adolescenti.
Ciò che sta accadendo in queste settimane a Muggia è qualcosa di ben distante dalla tranquillità che ha sempre caratterizzato la cittadina rivierasca. Le trasferte dei minorenni dalle piazze di Trieste (Goldoni, Garibaldi e Perugino, soprattutto) e dai Topolini di Barcola (in parte attualmente inaccessibili per via dei danni e dei lavori post mareggiata) stanno agitando i residenti.
«Una situazione del genere non l’avevamo mai vista», confida una signora che lavora in uno dei chioschi del lungomare muggesano. «Questi ragazzini sono arroganti, violenti, spadroneggiano, fanno quello che vogliono e restano sostanzialmente impuniti perché sono minori. Ma non si può andare avanti così, per fortuna in questi ultimi giorni la Polizia era molto presente. Speriamo che qualcosa cambi il prima possibile».
Il sindaco di Paolo Polidori è al corrente sia del fenomeno delle risse a pagamento, sia delle condizioni in cui versa villa Cossich. «Nei prossimi giorni, come Comune di Muggia, faremo partire una lettera al proprietario della struttura per sollecitare una messa in sicurezza di tutto il sito – afferma Polidori – perché si tratta di uno stabile che appartiene a un privato. Considerando ciò che sta succedendo, è necessario che, quanto prima, tutti gli accessi vengano chiusi e monitorati. Affronteremo il problema di quell’edificio anche nella riunione già fissata con il Prefetto mercoledì, riunione che ho richiesto, come già annunciato nei giorni scorsi, per affrontare la situazione nel suo complesso. A quel punto si esaminerà anche la possibilità di effettuare controlli da parte delle forze dell’ordine in quella palazzina».