I poliziotti della Squadra Mobile della Sezione Criminalità Straniera e Prostituzione della Questura di Padova hanno perquisito e sequestrato su mandato della Procura della Repubblica di Padova un centro benessere sito nel quartiere Arcella, arrestando in flagranza del reato di favoreggiamento della prostituzione la titolare, che vantava già un precedente analogo commesso anni fa nel sud Italia.
Effettuato l’accesso ai locali del centro benessere, gli agenti hanno constatato la presenza di altre due donne, oltre alla titolare. Una di queste sorpresa assieme ad un cliente distesi su un lettino ed entrambi completamente nudi.
L’uomo ha ammesso di aver pagato 100 euro in contanti per un massaggio ma con annessa prestazione sessuale, e di aver consegnato la somma alla “massaggiatrice” che a sua volta aveva provveduto a consegnarla immediatamente alla titolare.
Ha anche riferito agli agenti di frequentare il centro benessere da circa sette mesi usufruendo sempre di prestazioni sessuali a pagamento, previo contatto e appuntamento con la titolare. Quest’ultima è stata trovata in possesso, custodendolo nella propria borsa, del passaporto dell’altra donna sorpresa all’interno del centro.
Nel corso della perquisizione sono stati sequestrati a carico della titolare, in quanto costituenti prova del reato di favoreggiamento/sfruttamento della prostituzione, due telefoni cellulari, numerose confezioni di profilattici, un taccuino con sopra riportate espressioni e frasi tradotte utili alle ragazze per dialogare coi clienti e concordare coi medesimi le prestazioni sessuali; quest’ultimo rinvenuto in possesso proprio di una di esse, che ha dichiarato agli agenti di averlo ricevuto proprio dalla titolare quale supporto nello svolgimento dell’attività di prostituzione.
Sequestrati anche poco più di 7.000 euro in contanti occultati all’interno di un cuscino, la maggior parte in banconote da 50, ritenuti provento dell’attività illecita.
La natura del centro benessere, quale locale stabilmente ed esclusivamente destinato ad attività di meretricio, e dunque sottoposto nell’immediatezza a sequestro, è stata accertata nel corso delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica, che ha autorizzato i poliziotti a procedere con il monitoraggio video degli ambienti interni, così consentendo di fatto di documentare nei passati 30 giorni come la titolare del centro ne avesse la gestione esclusiva, promuovendone l’attività a mezzo annunci pubblicati su siti dedicati ad incontri per adulti, con annesse immagini esplicite, commenti sui servizi offerti e recensioni, curando pure gli appuntamenti coi clienti e ricevendo il totale delle somme da pagate, circostanze queste tutte confermate pure da alcuni clienti identificati e mano mano sentiti a verbale dagli agenti.
Gli approfondimenti investigativi sul centro benessere sequestrato sono stati avviati dalla Squadra Mobile di Padova a seguito della denuncia di un uomo che aveva ricevuto su Whatsapp un messaggio da un numero estero nel quale gli venivano rivolte minacce e ricatti per costringerlo a pagare.
In quel caso gli investigatori hanno appurato che si trattava in realtà di uno dei tanti casi di truffa del c.d. "boss delle escort", un crimine informatico non nuovo che aveva nel medesimo periodo allarmato altri soggetti che avevano frequentato siti internet dedicati ad incontri hot.
Si tratta di minacce provenienti da numeri stranieri e accompagnate da immagini intimidatorie, che inducono spesso le vittime a cedere alle richieste ed a versare ingenti somme di denaro.
Avendo l’uomo ricevuto in quei medesimi giorni dei messaggi dalla titolare del centro benessere di Padova, da lui abitualmente frequentato, con l’invito a ripetere l’esperienza sessuale, aveva perciò temuto che anche il messaggio estorsivo provenisse dalla stessa, rivelando a quel punto ai poliziotti la reale natura delle prestazioni per cui si recava presso il centro.
Qualche settimana dopo gli agenti erano intervenuti presso il centro benessere su richiesta della stessa titolare, a causa del comportamento di un cliente, un pregiudicato, che non soddisfatto del “massaggio” ricevuto pretendeva la restituzione di quanto pagato, rifiutandosi nel frattempo di lasciare i locali. L’occasione è stata propizia a i poliziotti per accedere all’interno del centro benessere e annotare alcuni indizi che hanno poi consentito di avviare gli approfondimenti investigativi.
Sulla base dell’intera indagine svolta, ovvero delle immagini video registrate - che testimoniano le numerose prestazioni sessuali a pagamento effettuate quotidianamente all’interno dei locali -, e da ultimo sulla base di quanto riscontrato in sede di perquisizione, la titolare del centro è stata arrestata dai poliziotti per favoreggiamento/sfruttamento di almeno tre diverse donne e posta in stato di custodia nella Casa Circondariale di Verona.
Si evidenzia che il procedimento è in fase di indagini preliminari e che l’indagata deve ritenersi non colpevole fino ad eventuale sentenza definitiva di condanna.