Mugnai è più povera. Ha chiuso il panificio “Pane e felicità” e la titolare Maria Boz, che ha gestito il locale negli ultimi cinque anni ha salutato gli affezionati clienti radunandoli in negozio e leggendo loro un discorso che nell’era digitale non poteva che finire sui social. Un messaggio affettuoso, di riconoscenza verso chi ha contribuito a mandare avanti la bottega in anni in cui la concorrenza della grande distribuzione è schiacciante. Nessun rimpianto per Maria, che ha colto l’occasione per arrivare alla meritata pensione.
«Sono arrivata cinque anni fa», dice l’ormai ex panettiera ai suoi clienti, «non vi riconoscevo, vi confondevo e dopo un mese vi salutavo come se vi vedessi per la prima volta. Panino dopo panino abbiamo preso confidenza e si è creato un bel clima». Poi l’accenno alla pandemia: «Dopo pochissimi mesi dall’apertura è arrivato il ciclone Covid. I negozi di paese sono magicamente diventati indispensabile. Ahimè, passata l’emergenza in molti hanno di nuovo disertato e sono rimasti i fedelissimi, i clienti – amici».
A loro, Maria, dedica un pensiero particolare: «Questa bottega l’abbiamo portata avanti insieme, mi avete aiutata comperando il pane da me anche se altrove avreste avuto più scelta pagandolo meno. Vi ringrazio di tutto. Chiudo il negozio ma ho tanti amici in più».
A Mugnai resistono la pizzeria Speckeller che gode di una tradizione consolidata, il bar Centrale e la storica macelleria con al bancone Stefano Zuglian affiancato dalla moglie. Zuglian fa il punto della situazione del paese: «Mugnai è una frazione popolosa», spiega il macellaio, «ma per i piccoli negozi diventa sempre più complicato far quadrare i conti. D’altra parte è un attimo arrivare al Famila. Io ho davanti ancora un anno e poco più di lavoro, il tempo di arrivare alla pensione. Sono qui da 35 anni e ho avuto delle belle soddisfazioni, ma anche un’attività come la mia è difficile da portare avanti di questi tempi. Il locale andrebbe adeguato, ma io sono in affitto e poi non c’è neppure lo spazio fisico per eseguire i lavori. Vado avanti ancora un anno abbondante, poi lascerò». —
r.c.
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