Magari è presto per dire che quello del trasporto pubblico è un settore – l’ennesimo – destinato a diventare sempre meno appetibile. Un po’ come del resto già succede con alcuni mestieri: fornaio, edicolante, calzolaio. Di certo c’è che dietro i disagi e le proteste di queste ultime settimane da parte degli utenti di Actv per via di corse saltate e servizi limitati, si celano numeri ben precisi. A testimonianza di una carenza di personale che rende difficile, se non impossibile, garantire la regolarità del servizio. Come fa sapere l’azienda, su 380 preposti al comando ad oggi ne mancano almeno 20, pari cioè al 5% totale.
Un numero ridotto, verrebbe da pensare. E che invece è sufficiente a far saltare la copertura dei turni. In sostanza, come spiegano gli addetti ai lavori, se a quel numero si va ad aggiungere la fisiologica quota di assenti (tra riposi, malattie e permessi), il risultato è una ricaduta sul servizio. Prova ne sono le quotidiane modifiche che Actv comunica per le linee di navigazione (la 8 e la 6, solo per citarne due), costrette a ridurre il numero di corse se non addirittura alla cancellazione per la singola giornata.
Da domani, invece, ad essere cancellata sarà addirittura la linea 18 balneare, tra Lido e Fondamenta Nuove. Quest’ultima in subaffidamento ad Alilaguna. Il motivo? Sempre lo stesso: carenza di personale. Alilaguna infatti lamenta una carenza di circa il 10% (su 100 totali preposti al comando).
E le nuove leve? Difficile trovarle. Sui motivi, le spiegazioni sono le più varie. E sono motivo di scontro e polemica. Per i sindacati, si tratta di una situazione inevitabile «dovuta a un organico insufficiente che non può garantire il trasporto pubblico che serve alla città». Una situazione che, a detta delle rappresentanze sindacali, è figlia dell’aver «peggiorato le condizioni lavorative con ripetuti atti unilaterali per ridurre i costi di personale».
Di «stillicidio» costante e «errata programmazione» parlano anche le opposizioni in consiglio comunale, che denunciano una situazione di emergenza soprattutto per le isole.
Sul fronte aziendale, invece, la lettura è diversa. Ed è motivata dalla lente, ma costante trasformazione del mercato del lavoro. Stravolto, in primis, dalla crescente concorrenza del settore privato. Una tendenza che si sarebbe accentuata a partire soprattutto dalla fine della pandemia, contraddistinta da una maggior facilità della clientela occasionale a montare a bordo di taxi privati, tanto più se messi a disposizione di hotel e vetrerie per i consueti giri turistici. Questo non significa che i mezzi pubblici siano più vuoti: gli arrivi a Venezia sono del resto in costante aumento. Significa piuttosto che, come spiegano da Actv, le potenziali nuove leve preferiscono andare a lavorare nel privato rispetto al pubblico. A ciò si aggiunge la diminuzione di marinai propensi a diventare piloti con corsi professionalizzanti interni all’azienda.
Gli accordi con istituti professionalizzanti, istituto nautico in primis, riescono almeno in parte a tamponare la falla. Trovare personale, però, è ormai diventato sempre più difficile. «Abbiamo bisogno di manodopera che arrivi da altre parti», spiega il presidente di Alilaguna, Fabio Sacco, «dobbiamo attrezzarci perché questo avvenga». Da qui l’idea di rivolgersi a mercati esteri, come ad esempio quello dell’Argentina: «Lì ci sono comunità italiane che più facilmente otterrebbero la cittadinanza italiana e non avrebbero l’ostacolo della lingua. Il problema comunque esiste e va risolto».
Nell’attesa, i disagi per i cittadini sono destinati a diventare sempre più una costante.
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