Una crisi sistemica che sembra non avere fine. La ricetta per il rilancio della sanità pubblica a oggi resta ancora ignota.
Nel frattempo il personale del comparto è arrivato allo stremo e sono tanti i professionisti alla ricerca di altri nidi per fuggire dai turni massacranti a cui quotidianamente devono far fronte per garantire l’assistenza agli utenti.
Basti pensare alla dialisi, uno dei reparti maggiormente in sofferenza: nel presidio di San Vito, per esempio, a breve due infermieri lasceranno il servizio mentre a Sacile gli uomini e le donne in corsia sono costretti a turni da tredici ore per riuscire a garantire un livello adeguato di cura ai pazienti.
Il bilancio
L’allarme è scattato ormai da diverso tempo e il personale continua a fuggire verso il privato; per non parlare dei pensionamenti attesi nei prossimi mesi. Come sottolinea il segretario della Uil-Fpl Stefano Bressan è attesa l’uscita di circa cento professionisti.
[[ge:gnn:messaggeroveneto:14511311]]
«Una situazione estremamente drammatica – ha detto a gran voce –. Tra dimissioni volontarie e quiescenze arriveremo a una carenza in Asfo pari a trecento unità».
Altra partita aperta è quella legata alla ferie estive; per Bressan è ormai evidente che, alla luce della grave carenza di organico, per molti lavoratori le vacanze potrebbero saltare.
«Se così fosse non staremo a guardare – ribadisce –. Al contrario, siamo pronti a presentarci davanti alle autorità competenti e a prendere tutte le misure del caso».
Le critiche
Da parte dei sindacati non sono mancate nemmeno gli attacchi alla politica. «In sei anni di governo – ha riferito il segretario regionale della Fp-Cgil, Pierluigi Benvenuto –, l’assessore alla salute Riccardi non ha fatto altro che peggiorare la situazione, sotto gli occhi di tutti. L’assessore continua a dire che è necessario allargarsi al privato accreditato ma si dimentica di mettere in sicurezza e tutelare la sanità pubblica».
Critiche anche all’assestamento di bilancio che, per Benvenuto, ha considerato la sanità come un fanalino di coda.
«Si fanno provvedimenti per accontentare il proprio bacino elettorale – aggiunge –, ma sulla sanità è stato fatto ben poco». Bocciata anche la recente legge approvata dal governo nazionale. «Come la definiscono in molti – conclude il sindacalista –, è una legge “fuffa”. L’ennesimo specchietto per le allodole che non mette a disposizioni fondi per il rilancio del settore ma chiede semplicemente ulteriori sforzi al personale».
Lo sciopero
Nel frattempo la Uil-Fpl non intende fare passi indietro sullo sciopero del personale Asfo fissato per l’intera giornata di venerdì 13 settembre. In un recente incontro, che si è svolto in tavoli separati, l’azienda sanitaria ha siglato l’accordo sugli incentivi per i lavoratori in servizio condiviso con la Cgil e la Cisl. Per la Uil-Fpl, tuttavia, non è sufficiente.
Le richieste del sindacato sono chiare: riconoscere un gettone incentivante per valorizzare richiami in servizio e cambi turni e il pagamento delle eccedenze orarie attraverso i fondi del bilancio con cadenza mensile, risparmiando così oltre 800mila euro dai fondi contrattuali, che potranno essere utilizzati per garantire ulteriori incentivi ai lavoratori.
A questo si aggiunge la richiesta che la quota variabile dell’indennità di pronto soccorso venga destinata esclusivamente al personale di settore in relazione al numero di accessi, come previsto dalla delibera regionale. «Se la direzione dovesse applicare il contratto firmato – conclude – siamo pronti a fare il possibile per tutelare i veri interessi dei lavoratori».
RIPRODUZIONE RISERVATA