Danilo Dennis Sollazzo (tiro a segno), 4: doveva essere il punto di forza della coppia nella gara mista della carabina 10 metri, invece offre una gara decisamente sottotono e ottiene un punteggio modesto di 312.1, inferiore di 1.2 nei confronti della compagna di squadra. Ha pagato lo scotto dell’esordio, speriamo che questa scoppola serva per svegliarlo in vista della gara individuale, dove sulla carta sarà uno dei favoriti.
Barbara Gambaro (tiro a segno), 6: fa il suo, disputando una gara solida. Con il miglior Sollazzo, la finale per il bronzo sarebbe stata alla portata.
Andrea Carlino (judo), 6.5: supera il primo turno e mette paura alla testa di serie n.1 del tabellone. Ha dimostrato di aver meritato la qualificazione per i Giochi.
Italia concorso completo (equitazione), 7: azzurri oltre le attese. Giovanni Ugolotti è nono dopo il dressage, Evelina Bertoli tredicesima. I rimpianti sono enormi: senza la squalifica occorsa ad Emiliano Portale, fermato per il sanguinamento del cavallo, l’Italia sarebbe addirittura quarta nella classifica a squadre, dunque in piena corsa per una medaglia.
Assunta Scutto (judo), 4: una delle delusioni più cocenti della giornata. Il sogno si infrange ai quarti contro la diciottenne svedese Babulfath, poi al primo turno di ripescaggi si inchina alla quotata francese Boukli. Di sicuro non una buona Olimpiade, dove si era presentata da n.1 del ranking ed ha concluso con un bilancio deficitario di una vittoria e due sconfitte.
Paolo Monna e Federico Nilo Maldini (tiro a segno), 7,5: bravi ad approdare in finale nella pistola 10 metri, dove la concorrenza è sempre spaventosa. Ma siamo solo a metà strada.
Giulia Rizzi (scherma), 5: paga lo scotto del debutto ai Giochi a 35 anni e vanifica al primo turno una stagione che era stata eccellente.
Rossella Fiamingo (scherma), 5: cocente eliminazione al primo assalto. Purtroppo da quella finale persa a Rio 2016 non è più stata la stessa.
Alberta Santuccio (scherma), 6: tra le azzurre è quella che fa più strada nella spada, approdando ai quarti di finale. Anche per lei, però, letale la stoccata al supplementare.
Nicolò Carucci-Matteo Sartori (canottaggio), 4: la scelta dei tecnici non ha pagato. Lo spostamento di Rambaldi sul 4 di coppia ha portato alla composizione di un doppio senior giovanissimo, ma probabilmente non ancora pronto a questi livelli. Gli azzurri dovranno passare dai ripescaggi, ma c’è poco da illudersi.
Clara Guerra-Stefania Gobbi (canottaggio), 4: mai in gara per la qualificazione, prestazione decisamente da dimenticare del doppio femminile.
Jasmine Paolini (tennis), 6,5: il debutto contro la rumena Bogdan si è rivelato complicato. L’azzurra si è sciolta gradualmente, iniziando a macinare colpi vincenti e facendo valere lo status di top5 del ranking.
Viola Scotto Di Carlo (nuoto), 5,5: la squalifica vanifica una buona prestazione.
Costanza Cocconcelli (nuoto), 5: prova al di sotto delle attese.
Chiara Pellacani/Elena Bertocchi (tuffi), 6: il quarto posto non porta particolari rimpianti. Come nella stagione 2023, troppe imprecisioni ed esecuzioni che hanno peccato di pulizia ed eleganza. Un legno non amaro.
4 di coppia (canottaggio), 7: l’innesto di Luca Rambaldi sembra aver fatto bene alla barca (anche se questo ha portato alla perdita di competitività del doppio). Batteria vinta con autorità davanti alla Polonia e accesso diretto in finale, dove sarà l’Olanda la squadra da battere.
Marco De Tullio e Matteo Lamberti (nuoto), 5: mai veramente in corsa per l’accesso in finale nei 400 sl.
Ludovico Blu Art Viberti (nuoto), 7: il giovane azzurro compie un notevole salto di qualità che gli ha consentito di disputare lo spareggio, perso, per accedere alla finale dei 100 rana.
Nicolò Martinenghi (nuoto), 6: accede in finale con il sesto tempo, non destando una grande impressione. Guai però a sottovalutarlo: in passato ci ha già abituato spesso a stupire proprio nel momento decisivo.
Michele Gallo (scherma), 5: subito eliminato, non ha neppure avuto tempo di carburare. Un brusco passo indietro dopo gli Europei.
Luca Curatoli (scherma), 5: si era profilato un tabellone favorevole, ma è stato fermato nel derby tutto italiano con Luigi Samele.
Luigi Samele (scherma), 8: ha ottenuto i migliori risultati della carriera ben oltre le 30 primavere. Dopo l’argento di Tokyo, ecco uno splendido bronzo per questo veterano pugliese che si è confermato uomo da grandi appuntamenti.
Italia volley, 8: vittoria autoritaria contro il Brasile, storicamente la nostra bestia nera. La qualificazione per i quarti è già in cassaforte. Chiaramente è presto per lasciarsi andare a facili entusiasmi, tuttavia la selezione tricolore conferma il suo status di pretendente al podio.
Elisa Longo Borghini (ciclismo), 5,5: aveva messo le mani avanti, il percorso della cronometro era troppo piatto per le sue caratteristiche. E non a caso ha concluso ottava, ben distante dal podio.
Raffaello Ivaldi (canoa slalom), 6,5: conferma il feeling con il canale di gara e strappa una agevole qualificazione per la semifinale con il quarto tempo. Sarà la classica mina vagante nella canadese.
Stefanie Horn (canoa slalom), 6: in passato ci ha abituato a grandi prestazioni tra batteria e semifinale, salvo commettere errori nell’atto conclusivo. E se stavolta fosse il contrario? Ottiene un settimo posto interlocutorio che le consente di arrivare a fari spenti quando conterà davvero.
Filippo Ganna (ciclismo su strada), 8: regala la prima medaglia di questa edizione all’Italia. Come sarebbe finita senza la pioggia? Forse allo stesso modo: Remco Evenepoel da tempo ha qualcosa in più rispetto all’azzurro. Non dimentichiamoci che Ganna non vince un grande evento a cronometro dai Mondiali del 2021. Da tempo non è il n.1 della specialità, per questo l’argento assume ancora più valore.
Alberto Bettiol (ciclismo su strada), 6: non aveva alcuna velleità, se non effettuare un test in vista della prova in linea della prossima settimana. Tutto sommato le risposte sono state incoraggianti.
Sirine Charaabi (boxe), 5: parte bene, ma l’autonomia, anche a causa di problemi fisici accusati in preparazione, dura appena un round. Poi l’avversaria della Mongolia dilaga.
Squadra maschile ginnastica artistica, 6,5: la finale era l’obiettivo minimo ed è stato raggiunto. Pensare adesso di poter ambire al podio rasenta l’utopia: Giappone e Cina sono fuori portata, ma anche Gran Bretagna ed Ucraina partono con un margine importante. Per l’Italia è già un ottimo risultato essere tornata alle Olimpiadi con la squadra dopo 12 anni. Da sottolineare però la giornata negativa di Carlo Macchini, caduto alla sbarra e fuori dalla finale di specialità. In vista del prossimo quadriennio, i tecnici dovranno interrogarsi sulla mancanza di atleti in grado di eccellere ai singoli attrezzi.
Alessia Mesiano (boxe), 6,5: conquista una vittoria meritata per quella che è stata una carriera importante, con tanto di titolo mondiale. Ora al secondo turno troverà la fuoriclasse irlandese Kellie Harrington.
4×100 sl donne (nuoto), 7: il raggiungimento della finale è un punto di partenza per un quartetto molto giovane, che ha sicure prospettive in ambito europeo. Per competere invece contro le corazzate Australia e Stati Uniti c’è invece ancora tanta strada da fare, ma è un inizio.
4×100 sl uomini (nuoto), 8: alla vigilia almeno quattro squadre sembravano più accreditate rispetto all’Italia. Invece gli azzurri hanno strappato un bronzo pesante alle spalle di USA ed Australia. Non memorabile la prima frazione di Alessandro Miressi (voto 5,5), Thomas Ceccon ha dimostrato di essere in forma (7,5), il debuttante Paolo Conte Bonin si è difeso con i denti (7), mentre il migliore di giornata è stato senz’altro Manuel Frigo (8,5), autore di un sensazionale 47″06 lanciato in ultima frazione.
Salvatore Cavallaro (boxe), 5: al di là della decisione non unanime, la sconfitta contro il turco Kaan Aykutsun è stata netta. Il tabellone sarebbe stato comunque chiuso con il cubano Arlen Lopez agli ottavi, tuttavia l’avversario anatolico era assolutamente alla portata.