Quasi un corso di addestramento per clandestini. La nave tedesca Sea-Watch 5, dal piglio militante contro il governo Meloni, è tornata in azione per una nuova missione “umanitaria” nel Mediterraneo centrale. E ha 150 migranti che potranno sbarcare nel porto di La Spezia come hanno deciso le autorità italiane. Una scelta strategica per alleggerire le altre regioni meta di sbarchi continui e incessanti. Ma alla ong tedesca, neanche a dirlo, non va bene. I tedeschi avrebbero preferito la Sicilia e vanno all’attacco.
E giù comunicati “copia e incolla” contro Palazzo Chigi. “Ieri abbiamo salvato 156 persone in pericolo in mare. Le autorità italiane ci hanno assegnato il porto di La Spezia, distante oltre 1000 km e quasi 4 giorni di viaggio. Lo sappiamo: l’assegnazione dei porti è puro imbroglio”, dicono dalla Sea Watch ,”è parte di un gioco politico per tenerci fuori dalla zona di ricerca e salvataggio”. Parlano di “imbroglio”, ignorando che si chiama diritto e sperando di trovare consenso e popolarità nell’opinione pubblica. Ma poi fanno capire in modo chiaro la loro strategia umanitaria.
“Siamo sollevati che i nostri ospiti siano ora sani e salvi a bordo. E che coloro che erano in condizioni critiche si stiano lentamente riprendendo”, e fin qui nulla di strano. Il bello arriva dopo. “Utilizzeremo i prossimi giorni a bordo insieme – continua l’annuncio – per prepararli alla lotta per il diritto di restare qui i migranti. Per cercare di ottenere il diritto di asilo nel nostro Paese”. Si tratta in sostanza di un’operazione addestramento. Non mancano documenti e atti che dimostrano la volontà delle Ong di istruire i migranti per rimanere in Italia. Prima regola tutti fanno richiesta di asilo ma non hanno con sé i documenti ed è molto difficile per le autorità fare le verifiche necessarie- Per non parlare dei minorenni, perché la maggior parte dichiarano di avere 16 o 17 anni, e per la legge italiana quando non è possibile determinare l’età esatta si presume la minore età.
Per la cronaca la Sea Watch International è quella che la scorsa settimana, quando la premier Meloni era in Libia, usava parole di fuoco contro il governo. “I politici del governo italiano Meloni e Piantedosi sono oggi in Libia per lavorare con il primo ministro della Libia occidentale Dabaiba sulla loro politica migratoria distopica. Di qualunque cosa parlino, probabilmente mira ad aumentare il numero di uccisioni nel Mediterraneo. Gli auguriamo tutto il peggio”.
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