L’invito è a guardare in alto, nella chiesa di San Giovanni Battista, nel cuore di Castello. “Le vedete queste luci, queste strutture? Sono frutto dello studio di Marco. Sei nella luce”. Il ricordo viene dall’ordine dei cavalieri di Malta, dalla chiesa di San Giovanni Battista che si raccoglie silente intorno a Marco Celio Passi. Il conte, appena 43enne, è mancato nella sua barca, nella notte tra lunedì 22 e martedì 23, nella sua Venezia.
Città che nella mattina di sabato 27 luglio, composta, riservata, commossa, si è riunita nella chiesa. Non ci si può credere, ancora, si è attoniti. Marco era papà di due figli, Pietro e Alvise, sposato con Aloisa Marzotto Caotorta. L’amore per la sua città trapela dagli sguardi dei presenti: viveva nel palazzo di famiglia a San Tomà, palazzo Tiepolo Passi.
Era attivo nel volontariato, gestiva le attività di famiglia a Venezia ma anche fuori, e le proprietà da dove passavano artisti e ospiti legati al mondo culturale internazionale veneziano. Un mondo che si è riunito per salutarlo: c’era l’amico di sempre, Marco Vidal, come lui veneziano appassionato, come lui attivo per la sua città. La direttrice della Peggy Guggenheim collection, Karole Vail. Il ballerino Alessio Carbone, veneziano d’adozione. E tanti altri che incrociano gli sguardi, ascoltano le parole del sacerdote. «Marco si è sentito dire dentro al cuore“tu sei roccia e su di te io posso costruire qualcosa”, la sua bontà e il suo sorriso erano roccia su cui si poteva contare».