La battaglia legale si è trascinata per circa tre anni, era il 2021 quando i titolari del ristorante lamentavano di essere stati presi di mira dai vertici di palazzo Zaguri, ora sono sempre i gestori della Tavernetta San Maurizio a cantare vittoria, forti di una sentenza del Consiglio di Stato. E che conferma che il plateatico che insiste su campo San Maurizio è legittimo, nelle dimensioni così come nelle distanze che lo separano dalle cucine del locale, oltre che nella posizione in generale.
Tre anni fa la società che organizza mostre nel palazzo storico veneziano, a cavallo tra il campo e la fondamenta della Prefettura, aveva infatti contestato il dehors della Tavernetta, colpevole a dire di Italmostre Srl di oscurare l’accesso - e l’insegna - della loro attività turistica.
Una lettura che i ristoratori hanno respinto immediatamente, sottolineando come cartelloni e indicazioni siano ben presenti ai quattro angoli del campo e, per l’appunto, anche nella fondamenta che è il retro del palazzo.
Quanto alle accuse di ordine sanitario sull’attraversamento di calle Zaguri da parte dei camerieri - e dei piatti - era stato subito sottolineato come le portate fossero sempre coperte da una cloche, proprio a scongiurare qualsiasi forma di contaminazione.
La questione è comunque arrivata davanti al Tribunale amministrativo regionale e, adesso, fino al Consiglio di Stato, che ha deliberato nei giorni scorsi: «È stata confermata la sentenza del Tar», spiega l’avvocato Jacopo Molina, che ha seguito la causa per la parte di Sonia e Orfeo Gislon, titolari del ristorante, «Viene definitivamente ribadita la legittimità del plateatico concesso dal Comune di Venezia, in accordo con la Soprintendenza archeologia, belle Arti e paesaggio».
Nel testo si ribadisce come non sia provato alcun danno per gli affari di palazzo Zaguri in conseguenza al plateatico, tantomeno quindi è possibile imputare questo problema - non dimostrato - al ristorante sotto accusa.
A Italmostre resteranno quindi da pagare le spese processuali di questo ulteriore grado di appello a favore della Tavernetta e della stessa Ca’ Farsetti, chiamata in causa per aver concesso l’autorizzazione ai tavolini esterni