TRIESTE. Quindici morsi all’altezza della tibia, altri cinque sotto il polpaccio. Per non parlare ci ciò che è stato trovato sui corpi di una neonata di tre mesi e di una bambina di sei anni. Mamma, papà e bambine: un’intera famiglia residente nelle case popolari, martoriata dalle “cimici da letto”, insetti minuscoli che infestano materassi e arredi. Di notte escono dai loro nascondigli attirati dal calore corporeo e dall’anidride carbonica prodotti dalle persone mentre dormono.
Sta succedendo in queste settimane in un alloggio Ater di via Costalunga 3. Gli inquilini dell’appartamento hanno chiesto aiuto all’amministrazione Ater, ma non hanno otteneuto un intervento immediato, tanto che – vista la gravità della situazione – hanno deciso di sporgere denuncia ai Carabinieri e rivolgersi a due legali di fiducia, l’avvocato Giorgia Persoglia e l’avvocato Ilaria Saverese.
L’infestazione
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Il problema si era presentato già l’anno scorso, ad agosto. All’epoca la famiglia aveva contattato l’Asugi; e l’Ater, dopo un sopralluogo, a novembre aveva constatato la presenza della cimici in alcuni appartamenti del condominio, compreso quello della famiglia che ora sta tentando di debellarli nuovamente. Ma l’anno scorso non era stata eseguita nessuna disinfestazione: l’amministrazione Ater si era limitata a suggerire alcuni prodotti specifici.
E così la coppia aveva fatto. Ma a giugno di quest’anno il flagello si è ripresentato: i residenti nell’alloggio, comprese una bambina di sei anni e una di tre mesi, si sono ritrovati ancora con la pelle martoriata dai parassiti. Per non aspettare le lungaggini burocratiche, la coppia ha incaricato una ditta specializzata che ha rintracciato le cimici non solo nell’alloggio, ma pure nelle parti comuni della palazzina. A quanto pare, dunque, il condominio necessita di un intervento più incisivo. Il 7 giugno la famiglia ha segnalato la situazione all’Ater (anche ad Asugi per conoscenza) domandando una disinfestazione «urgente e massiva» dello stabile. La richiesta, successivamente sollecitata, non ha avuto riscontro. Dopo un mese, il 3 luglio, la famiglia ha presentato un esposto ai Carabinieri.
I minori
Per proteggere le due bambine, aggredite con morsi in vari punti del corpo, tra cui anche la guancia di una delle due, per ragioni di salute e sicurezza le minori sono state trasferite altrove in una casa vacanze, a spese della famiglia.
La richiesta degli avvocati
Le due legali, l’avvocato Persoglia e Savarese, hanno scritto ad Ater e ad Asugi chiedendo «entro e non oltre quindici giorni» dalla comunicazione, la disinfestazione, un alloggio temporaneo per la famiglia e il rimborso di 732 euro del precedente intervento.
La risposta dell’Ater
L’ente ha precisato che la disinfestazione interna dell’alloggio è a carico della famiglia. In caso di situazioni gravi, l’Ater può intervenire con una ditta specializzata, ma con spese a carico delle persone. Così come le parti comuni, i cui costi sono ripartiti nel rendiconto dei residenti.
«Inaccettabile che, nonostante le segnalazioni, alcune risalenti all’anno scorso, la situazione non sia stata risolta da Ater – ribattono l’avvocato Persoglia e Savarese – insisteremo, quindi, affinché gli enti di competenza intervengano quanto prima con la disinfestazione, nonché a risarcire i danni patiti dai nostri assistiti».