«Mamma, puoi dire al papà che non mi tocchi più di notte, perché mi sveglia?»: è da un’innocente richiesta di una ragazzina di 12 anni che è partita un’inchiesta della procura della Repubblica che ha devastato una famiglia trevigiana.
Quando la mamma della ragazzina ha sentito quelle parole, che risuonavano in realtà come una denuncia, prima è andata dal parroco a chiedere consiglio su cosa fare e poi è andata alla stazione dei carabinieri per denunciare il marito, patrigno della ragazzina. Si è così scoperto un vaso di Pandora.
L’uomo, oltre a molestare sessualmente la figliastra, da quando aveva 8 anni, andando di notte nella sua camera da letto e palpeggiandola nelle parti intime, aveva fatto la stessa cosa da giovane sulle sue due sorelle minori.
Un maniaco seriale che è stato allontanato da casa su misura cautelare disposta dal giudice delle indagini preliminari Piera De Stefani. L’uomo ora non potrà più avvicinarsi alla ragazzina, nata da un precedente matrimonio della madre, e gli è stato applicato anche il braccialetto elettronico.
Se dovesse infrangere la misura, per lui si spalancherebbero le porte del carcere.
Il caso scoppia ad inizio agosto dell’anno scorso quando la bambina, dopo essere uscita dal bagno, pronuncia quella frase. Sconvolta la donna denuncia il marito, sposato in seconde nozze che l’aveva appena resa madre per la terza volta. La segnalazione della denuncia arriva così in Procura, che avvia le procedure da codice rosso.
L’uomo, un quarantenne, viene convinto dalle due sorelle di andare a vivere dai genitori in modo da allontanarlo dalla figliastra di 12 anni, che dopo qualche settimana viene sentita in audizione protetta da una psicologa alla quale conferma le molestie subite da quando aveva addirittura 8 anni.
Il patrigno, secondo il racconto della ragazzina, andava con una frequenza di due tre volte alla settimana nella sua camera. La sorprendeva nel cuore della notte, mentre dormiva, sedendosi sul letto e infilando le mani sotto le lenzuola. Quando realizzava quello che stava succedendo, si svegliava di soprassalto. Le incursioni avvenivano anche due o tre volte alla notte.
Ad appesantire la vicenda è stata anche la testimonianza delle due sorelle del quarantenne che hanno confermato come anche loro fossero state vittima delle attenzioni sessuali del fratello quando erano in età adolescenziale.
Da gennaio scorso all’uomo è stata applicata la misura del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla figliastra. Non solo. Il quarantenne ha anche il braccialetto elettronico che segnala eventuali avvicinamenti nei luoghi a lui proibiti.
L’inchiesta della Procura della Repubblica è chiusa e ad ottobre è stata fissata l’udienza preliminare davanti al giudice Marco Biagetti. L’accusa nei confronti del quarantenne (difeso dall’avvocato Alessandra Cadalt) è quella di violenza sessuale con l’aggravante che la vittima aveva meno di 10 anni.
Un’aggravante che, in caso di rinvio a giudizio, costringerà il tribunale a formare una Corte d’Assise, essendo appunto di sua competenza un reato contestato così grave. Tra i testimoni, che potrebbero essere sentiti, oltre alla moglie, anche le due sorelle del quarantenne.