Dal Trentino, questa volta dalla Sat, la storica associazione degli alpinisti, arriva l’ennesimo no alla diga sul torrente Vanoi. Ma il Consorzio di Bonifica Brenta, che ha in carico la progettazione, va avanti per la sua strada.
Ha convocato con urgenza il 1° agosto le associazioni di categoria di mezzo Veneto per fare il punto della situazione, a Cittadella. A tema il “futuro della gestione idrica ed irrigua del nostro territorio”.
«Riteniamo fondamentale confrontarci sul tema in oggetto – si afferma, senza ovviamente specificare che si parlerà del Vanoi –, visto il momento storico in cui si stanno definendo alcuni percorsi strategici e complessi nell’ambito delle acque, fondamentali sia per il mondo agricolo e le svariate funzioni ecosistemiche connesse, sia per le realtà produttive di tutti i tipi».
Sono stati invitati Confagricoltura, Cia, Acli, Federazione provinciale Agricoltura di Padova, Treviso e Vicenza, Liberi Agricoltori, Confartigianato, Confindustria Anbi, Consorzi di Bonifica.
L’invito è firmato dal presidente Enzo Sonza, il quale va sul sicuro perché tutte queste organizzazioni hanno posto il tema dell’urgenza dell’approvvigionamento idrico.
Intanto, però, si fa serrato lo sbarramento della Provincia di Trento. Il presidente Maurizio Fugatti ha fatto sapere ad autorevoli esponenti della Regione Veneto che dell’argomento non vuol neppure trattare, perché mai e poi mai accetterebbe la richiesta di una diga nel proprio territorio. In virtù dell’autonomia, la guerra sarebbe costituzionale.
Ed è scesa in campo anche la Società alpinisti Tridentini. La realizzazione di un bacino irriguo sul torrente Vanoi «andrebbe a stravolgere un sistema fluviale ormai unico nel panorama delle Alpi Orientali», afferma. E spiega: «Nel torrente Vanoi vivono due specie inserite nella lista rossa dall’Unione internazionale per la conservazione della natura: la trota marmorata (Salmo marmoratus) e lo scazzone (Cottus gobio), tutte e due in pericolo critico».
Dal punto di vista progettuale, la Sat paventa potenziali crolli sui versanti destro e sinistro dell’ipotetico bacino e la mancanza di tenuta dei versanti, la forte evaporazione che potrebbe caratterizzare l’invaso da 33 milioni di metri cubi di acqua, con variazione del microclima della valle del Vanoi, e i rischi per il traffico commerciale e per la popolazione locale.
La presa di posizione della Sat segue, appunto, la diffida inviata lo scorso 12 luglio dal presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, ai soggetti promotori del bacino e, per conoscenza, alla Regione Veneto. Con Fugatti ha contatti costanti l’assessore regionale Giampaolo Bottacin, che confida: «È irremovibile, inutile insistere».
Da qui, ma anche per altre ragioni, che derivano dalla sua professione, la puntuale contrarietà al progetto. Una contrarietà che viene condivisa da altri colleghi e che ha cominciato a far breccia nello stesso presidente della Regione, Luca Zaia. «La netta presa di posizione assunta dall’assessore Bottacin, preoccupata e decisamente sbilanciata sul no alla realizzazione della diga del Vanoi, ha il valore dell’opinione personale oppure esprime un chiaro orientamento della Giunta Zaia?», si chiede a questo punto la capogruppo del Pd In Consiglio regionale, Vanessa Camani, assieme al collega dem Jonatan Montanariello. «Leggiamo di’preoccupazione riguardo al potenziale rischio di stabilità dei versanti’e di’criticità insite alla morfologia del sito in cui è prevista l’opera».
«Parole inequivocabili – riconosce il Pd – ma che stridono con la chiusura a riccio della Giunta e della maggioranza che l’altro giorno ha approvato in Consiglio una mozione che non dice né carne né pesce, rinviando la palla ai tecnici. Insomma, non si capisce bene come stiano le cose: o Bottacin fa il portavoce di una squadra che inspiegabilmente su questa partita non vuole metterci la faccia, oppure è un uomo isolato. Di certo, resta vergognoso questo gioco di mascheramenti e ambiguità la cui regia è indiscutibilmente di Zaia».
Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere regionale Renzo Masolo di Europa Verde. «Prendiamo atto del parere tecnico negativo espresso dall’assessore regionale Bottacin, in contraddizione con la sua maggioranza in Consiglio regionale».