Un atto vandalico gratuito e privo di senso, con una ruspa che finisce spinta lungo un dirupo e rischia danni ben peggiori. Capita sul monte Buscada a Erto.
I carabinieri della stazione di Cimolais e della compagnia di Spilimbergo stanno indagando per capire chi abbia voluto colpire la famiglia Corona che da qualche anno ha rilevato l’antichissima cava di marmo e l’ha trasformata in rifugio e museo a cielo aperto.
La pala meccanica era stata acquistata da pochissime ore e portata in quota per le sempre più impellenti manutenzioni del territorio. Gianpiero, il titolare, è poi sceso a fondovalle per delle incombenze. Nemmeno il tempo di rientrare in sede ed ecco la terribile scoperta: qualcuno aveva deliberatamente fatto scivolare il mezzo lungo un ripido prato che costeggia l’ex impianto di estrazione della preziosa pietra ertana.
La ruspa ha subito preso velocità e solo la presenza di alcuni alberi ne ha arrestato la folle corsa vari metri più a valle. Ammaccata e malmessa, la macchina operatrice poteva uscire distrutta rotolando tra boschi e prati a dir poco scoscesi. Il problema è ora il recupero del veicolo. Per riportarlo in strada bisogna infatti attivare una procedura particolarmente costosa per le condizioni estreme dei luoghi.
Amareggiati e sconsolati i Corona per quella che ha il sapore di una pura cattiveria.
«Siamo stati costretti a comperare lo scavatore perché la pista di accesso al Buscada è al centro di una complessa partita istituzionale tra Comune, Regione e Parco delle Dolomiti friulane», hanno spiegato i proprietari del rifugio che sulla questione si sono anche rivolti all’avvocato bellunese Maurizio Paniz. «Nessuno si assume la competenza sulla carreggiata bianca e per il momento dobbiamo occuparcene noi, con tutto ciò che ne consegue. Si tratta di chilometri di saliscendi in sterrato soggetti a frane, caduta di alberi e formazione di buche per il maltempo. Di fatto stiamo provvedendo da soli alla gestione di una strada forestale che però viene utilizzata da chiunque. La usano gratis turisti, frontisti e persino le autorità pubbliche che ci negano ogni tipo di supporto nella pulizia».
Ora la beffa che a più di qualcuno sa di ritorsione per le varie proteste firmate nel tempo dai Corona pur di venire a capo dell’intricato braccio di ferro. E non manca una stoccatina sulla sentieristica su cui si affaccia il frequentatissimo sito del Buscada.
«Ci è stato risposto che al Parco spetta solo la bonifica dei sentieri, peccato che a fine luglio gli itinerari che conducono alle famose “lastre di San Daniele” risultino in degrado e abbandono», hanno documentato i titolari della cava citando le lamentele degli escursionisti di passaggio.