Tra le grandi arterie interessate dalla riforma delle concessioni autostradali non ci saranno le concessioni regionali, come Pedemontana Veneta. Lo fa sapere il Mit in una nota, spiegando che l'auspicio del vicepremier e ministro Matteo Salvini è che il tema possa essere esaminato e introdotto in Parlamento. Nei prossimi mesi, inoltre, dovrà essere valutata la congruità dei maggiori costi per investimenti presentati dai concessionari e a tal fine si sta valutando l'istituzione di un gruppo di lavoro interistituzionale.
Nel ddl concorrenza è dunque entrata anche la riforma delle concessioni autostradali. A illustrare gli obiettivi della riforma, in coerenza con la milestone del Pnrr, è il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Tra gli obiettivi principali, l’effettiva concorrenzialità tra gli operatori del settore, il controllo dei pedaggi per evitare rincari sregolati (il cosiddetto “pedaggio-pazzo”), la promozione degli investimenti, la sostenibilità economica delle concessioni autostradali, il potenziamento dei controlli da parte dello Stato sulla gestione delle concessioni.
Come fa sapere il Mit, il modello proposto prevede, per le concessioni che scadranno a partire dal 2025, un sistema di regolazione fondato sull’applicazione di un nuovo modello tariffario, già sperimentato in quattro concessioni, che prevede di distinguere la tariffa in tre componenti: la componente tariffaria e di gestione (di competenza del concessionario); la componente tariffaria di costruzione (di competenza del concessionario); la componente tariffaria per oneri integrativi (di competenza dell’ente concedente, il cosiddetto extragettito), finalizzata al recupero dei finanziamenti pubblici concessi per la realizzazione del sistema infrastrutturale a pedaggio.