“Io il tabellone lo guardo… Ma le ragazze devono pensare all’oggi, concentrarsi su quello che bisogna fare adesso – così Tathiana Garbin da Parigi commenta il momento delle sue ragazze e non solo in alcune dichiarazioni raccolte da Ubaldo Scanagatta –. Il tennis ci insegna questo. Se tu pensi che tra due punti sei a match point, fallisci. Il tennis insegna a vivere il qui e ora, godendosi il momento del presente. In ogni caso, io lo posso guardare. E dico che il tabellone è difficile. Non ci sono turni facili. Qui ci si gioca il tutto per tutto. Penso che le ragazze possano giocare contro chiunque e lo hanno dimostrato. Chiaro che Gauff e Pegula sono giocatrici di altissima qualità. Ci abbiamo già giocato contro a Wimbledon, ma in condizioni completamente diverse. Qui si gioca sulla terra e bisogna prepararsi al massimo”.
Scanagatta: Mi sembra più difficile arrivare a medaglia con la Paolini in singolare, forse perché non sono abituato al suo nuovo status. In doppio sono più ottimista. Tu?
Garbin: “La mia sensazione è che possano vincere contro tutte. Il mio pensiero deve essere quello con tutte”.
D. Come vivi le partite delle ragazze?
Garbin: “Cerco di dare carica, perché le indicazioni tecniche arrivano giustamente dai loro coach. Quindi cerco di trasmettere carica e fiducia, che è quello che sento verso di loro. Credo nel loro processo. Questi risultati non me li aspettavo, così veloci e così in fretta, ma ho sempre sognato di vedere Jasmine a questi livelli e mi piace immergermi con le loro emozioni”.
D. Tu dicevi che l’allenatore non è una persona che risolve problemi, ma li crea…
Garbin: “Esatto. Anzi, noi ne dobbiamo creare ogni giorno, per far sì che loro si abituino a risolverli. Se invece il tuo allenatore fa lo “spazzaneve”, non crea mai situazioni dove devi crescere e migliorarti”.
D. Quando hai affrontato la malattia, l’Olimpiade era una spinta motivazionale in più?
Garbin: “Dopo l’operazione ho pensato più che altro ad arrivare alla Billie Jean King Cup… (si commuove).
D. Come commenti il forfait di Sinner?
Garbin: “Bisogna capire le situazioni. Se non è qui, è perché veramente non poteva arrivarci in nessun modo. Arrivare all’Olimpiade significa coronare un sogno che si ha da bambino. So che per lui è qualcosa di importante e credo che il problema sia stato pesante. Non era in condizioni di venire, altrimenti sono sicura sarebbe venuto. Ci tiene tanto a questa competizione. Credo che sia una condizione davvero limitante. Questo torneo è molto difficile, bisogna arrivare al primo turno già in formissima. Non si può arrivare al 50%”.