foto da Quotidiani locali
TRIESTE L’isola felice dell’editoria. In un raggio di pochi metri, nel rione di Roiano, convivono cinque diverse rivendite di giornali: per chi proviene dal centro di Trieste, si incontrano nell’ordine la tabaccheria di largo a Roiano (all’angolo con viale Miramare), l’edicola di via Tor San Piero, le due vicinissime insegne di largo Petazzi e di piazza tra i Rivi, infine quella di via dei Moreri.
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Un numero anomalo, o quantomeno sorprendente considerando la nota difficoltà del settore cartaceo che affligge queste professioni da molti anni. Beninteso, le rivendite di Roiano non sono esenti dai problemi che qualunque gestore deve affrontare se vuole navigare controcorrente lo spirito del tempo, che sembrerebbe premiare il digitale e scoraggiare l’esercizio di un mestiere del genere. Eppure, la loro resistenza è proprio per questo motivo tanto più interessante da indagare. E offre alcuni spunti per riflettere sui cambiamenti in atto a Trieste.
Il contesto in cui si muovono i cinque punti vendita, benché assimilabile in linea generale, va analizzato caso per caso, così da cogliere la specificità di ognuno. Senza dubbio, il locale che fa discorso a parte è quello di Calogero Vanella, titolare da sette anni della tabaccheria di largo a Roiano.
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Elemento decisivo è innanzitutto la posizione ai confini del rione, capace di intercettare tanto il flusso di veicoli di viale Miramare quanto di godere della vicinanza alla stazione: «Chi va al mare in direzione di Barcola – spiega Vanella – spesso si ferma da me per acquistare un giornale, approfittando magari del parcheggio di fronte». Un altro aspetto su cui insiste Vanella è la differenziazione dell’offerta, così da attrarre all’interno un pubblico quanto più vasto possibile: «Faccio di tutto e di più – sorride –. Sostituzione di orologi e batterie, bibite fresche e souvenir, da poco anche la telefonia».
Addentrandosi a Roiano, la cornice cambia e tende ad assumere dei tratti definiti. La fisionomia della clientela – per quanto anche in questo caso ci sia un apporto in crescita da parte del turismo – si identifica in un profilo preciso di avventore abituale, che è quello dell’abitante di Roiano.
Ogni residente ha la sua rivendita di fiducia, di cui conosce il titolare e che frequenta quotidianamente, spesso da numerosi anni. Almeno questo è il ritratto che tratteggiano i gestori delle altre quattro insegne rionali, a partire dall’edicola di via Tor San Piero: «Vengono pochi turisti – spiega Riccardo Sferza, che ne è il volto da quasi vent’anni – mentre ci sono soprattutto persone del luogo».
Di certo è un discorso che vale per la tabaccheria di largo Petazzi, gestita dalla famiglia Zlobec dal 1974. «Spesso i clienti si ricordano dei miei genitori», racconta Sonia, che ora la porta avanti con il marito e la figlia. Una continuità generazionale che permette di costruire rapporti di fiducia, garantendo a sua volta la necessaria stabilità.
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Anche per la tabaccheria di via dei Moreri – da quattordici anni in mano a Grazia Busecchian – e per quella di piazza tra i Rivi la sensazione rimane la stessa.
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«È come se Roiano fosse una piccola cittadella», osserva Alessandro Digaeta, che con il fratello Maurizio si occupa del punto vendita di fronte alla chiesa. Proprio questo sembra essere il fattore decisivo.
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L’eccezione di Roiano si spiega con l’esistenza di un tessuto rionale che – a differenza di quanto accaduto altrove – non è andato disfacendosi. Resistono le rivendite di giornali, così come resistono l’ortofrutta, la pescheria o la panetteria. Insomma, l’universo delle botteghe, in cui il giornale di carta venduto da mani conosciute ha ancora un significato irrinunciabile.
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