UDINE. «Da parte nostra continueremo a fornire tutta la collaborazione necessaria alla riuscita dell’evento nella convinzione che lo sport con i suoi valori possa trasmettere un messaggio di pace».
Non ha dubbi il patron dell’Udinese, Gianpaolo Pozzo che non intende entrare nella polemica politica scoppiata dopo il diniego del Comune al patrocinio: «Come rappresentante del mondo del calcio voglio restare apolitico e quindi non mi esprimo in merito alla decisione del Comune. Quello che posso dire è che come società abbiamo collaborato fin dall’inizio con la Figc regionale per poter ospitare la nazionale qui a Udine nella convinzione che si tratti di un appuntamento importante non solo per il calcio ma anche per le ricadute sul territorio. La Regione mi pare abbia dato disponibilità a patrocinare la partita per cui direi che si andrà avanti ugualmente e questo è importante».
L’appuntamento è per il prossimo 14 ottobre quando allo stadio Friuli la nazionale di Spalletti incontrerà Israele in una sfida valida per la Nations league.
Il Comune ha deciso di non concedere il patrocinio chiesto dalla Figc, perché, ha spiegato il sindaco Alberto Felice De Toni, «non possiamo far finta che non ci sia una guerra che da entrambe le parti ha portato alla morte migliaia di civili, fra cui molte famiglie e bambini. Se questa partita, oltre ad essere un grande evento sportivo, fosse anche un’occasione per promuovere la pace, come sindaco sarei felice di dare il mio sostegno».
Ecco allora la proposta formulata al presidente della Figc, Gabriele Gravina di «devolvere l’incasso alle vittime della guerra». Un’idea che la Figc sta valutando con attenzione tenendo anche in considerazione il fatto che i costi a carico per gli eventi in programma in Friuli (oltre alla nazionale maggiore, l’under 21 giocherà a Trieste e c’è in programma un torneo dell’under 17) fanno ipotizzare che la disponibilità economica di un’eventuale donazione, volendo evitare di andare in perdita, non sarà ampio.
E a seconda della cifra lo scenario cambia perché con qualche centinaio di migliaia di euro sarebbe possibile sostenere un certo tipo di attività mentre con poche decine - ipotesi al momento più vicina alla realtà - le possibilità sarebbero chiaramente diverse.
Ci sarebbe poi da individuare anche il soggetto a cui affidare queste risorse. Insomma gli interrogativi restano ancora tanti. Il presidente dell’associazione Italia-Israele del Friuli. Giorgio Linda invece ha voluto «ringraziare quanti, sia nella opposizione che nella maggioranza, hanno espresso il loro dissenso circa la decisione assunta dalla giunta udinese».