Cercansi spazi verdi disperatamente a Treviso. Treviso maglia nera in Veneto per la disponibilità di verde urbano (parchi e giardini pubblici), 24 metri quadrati per abitante contro una media nazionale di 47,3. A metterlo nero su bianco è l'Istat che nei giorni scorsi ha aggiornato i dati relativi alla qualità ambientale dei centri urbani. E, fra i capoluoghi di provincia della nostra regione, la performance di Treviso è da bassifondi. Meglio fanno di gran lunga Venezia con 44,9 metri quadrati per residente, Padova a quota 39,2 di Padova, Rovigo con 38. Più vicine Verona con 27,7, Vicenza con 25,9, Belluno con 25,1.
Al netto degli oltre 5 mila alberi che l'amministrazione Conte intende piantare nel suo secondo mandato, le elaborazioni Istat mettono a nudo, per l'ennesima volta, il problema del consumo del suolo che impone a Treviso classifiche tutt'altro che onorevoli, con il quarto posto nella nostra regione (si colloca fra i primi 200 Comuni italiani su un totale di 8mila) e un consumo del suolo in aumento pari al 40%.
Il dato claudicante del verde non è nuovo: già nel 2012 Treviso era risultata all'ultimo posto in Veneto nell'indagine Istat. Villa Manfrin e villa Margherita, il bosco urbano di San Paolo o il parco dello Storga non bastano. La "piccola Venezia" accusa il passo. «E ciò significa», attacca Coalizione Civica, puntando il dito contro il consumo del suolo, «che per i trevigiani ci sono meno possibilità di trovare un po’ di riparo dalle temperature elevate degli ultimi giorni in una zona alberata. Significa che in questi anni le uniche aree verdi rese disponibili sono quelle dei boschi di San Paolo e via Selvatico, mentre nel resto della città il verde urbano è rimasto sempre lo stesso, se non addirittura diminuito.
Non c’è mai stata nella nostra città una politica di forestazione urbana che punti a trasformare in aree verdi quelle di complessi o edifici dismessi, abbandonati, fatiscenti. Per ogni complesso edilizio abbandonato c’è sempre e comunque una destinazione urbanistica all'edificabilità. Invece non viene mai presa in considerazione l'opzione che un’area cementificata si possa rinaturalizzare, come ora sta succedendo per una parte del parcheggio dello stadio di Monigo, in un'area comunque lontana dalle zone centrali della città».
Poi la stilettata del gruppo extraconsiliare: «Il risultato delle mancate rinaturalizzazioni e della cementificazione di aree verdi dovuta all'edificazione di abitazioni e supermercati è l’aumento costante della percentuale di suolo consumato nel territorio cittadino».
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