Condannati per false fatturazioni e assolti dall'accusa di bancarotta fraudolenta. E' l'esito del processo ai genitori di Matteo Renzi - Tiziano Renzi e la moglie Laura Bovoli - finiti sul banco degli imputati per Tribunale di Firenze in merito all'inchiesta sulle cooperative Delivery Service Italia ed Europe Service. Assolta la sorella del leader di Italia Viva, Matilde Renzi perché nel suo caso i giudici hanno stabilito che l'accusa di false fatturazioni non sussisteva e il fatto era connotato da particolare tenuità.
Per Tiziano Renzi e Laura Bovoli la condanna emessa dai giudici del Tribunale di Firenze è a tre anni, 2 mesi e 15 giorni. Inferiore rispetto a quanto richiesto dal pubblico ministero Luca Turco nel corso della sua requisitoria (5 anni) ma che certifica comunque in primo grado la colpevolezza da parte dei genitori dell'ex presidente del Consiglio.
Una vicenda giudiziaria lunga diversi anni e sfociata nel marzo 2021 nel rinvio a giudizio. Il lavoro dei magistrati si era concentrato sul fallimento di tre società cooperative e secondo la ricostruzione della procura Tiziano Rnzi e Laura Bovoli sarebbero stati gli amministratori di fatto di “Delivery Service Italia”, “Europe Service” e “Marmodiv”. Tre società cooperative costituite nel corso del tempo per consentire alla Eventi6 Srl, la società di famiglia, di poter disporre del lavoro di alcuni dipendenti senza farsi carico dei costi previsti per la copertura degli oneri previdenziali ed erariali.
Amministratori di fatto agendo in prima persona o attraverso uomini di fiducia. Da questa tesi era scattata l'inchiesta poi diventata processo fino alla condanna odierna che certifica l'esistenza di fatture per operazioni delle quali non sono stati trovati riscontri. Un meccanismo creato, per la procura, in modo da evadere le imposte sui redditi e sul valore aggiunto. Caduta invece l'accusa di bancarotta fraudolenta. Per il pm i genitori di Matteo Renzi avevano provocato il fallimento delle cooperative una volta assolto il loro compito. Una ricostruzione non avallata dal verdetto dei giudici di primo grado.