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Dopo una lunga, complicata e delicatissima vicenda legale che ha visto una coppia contendersi la custodia dei tre figli, tutti minorenni ed uno in tenera età, il Tribunale ha deciso di assegnarne la custodia al papà. Lo ha fatto accogliendo una dettagliata perizia e tenendo in considerazione la consulenza firmata da un professionista di grido che lavorò anche per il “caso Bibiano”.
L’avvocato Pio Coda, che ha tutelato gli interessi della famiglia parterna spiega che «in casi come questi in primo piano vanno messi il benessere, la serenità e le garanzie per il futuro dei bambini, più che le aspettative genitoriali. E crediamo che quella del giudice sia stata la decisione migliore».
Non la pensa così l’avvocato Andrea Bertano che pur «non volendo entare nei dettagli di una situazione delicatissima ed emotivamente struggente» crede che la madre «non sia stata tutelata poiché, se da un lato è vero che vi sono fattori oggettivi per il mantenimento dei figli, dall’altro c’è quello del sentimento».
Bertano, in aula ha illustrato la situazione che la giovane mamma ha poi voluto rendere pubblica parlandone con i giornalisti.
La donna, 26 anni, ha avuto un quarto bambino da un nuovo compagno dopo aver lasciato il padre, un imprenditore agricolo valchiusellese.
«Sono una madre che lotta perché non le vengano sottratti i suoi bambini. Sono disperata e non so più a chi chiedere aiuto. Un anno fa mi sono separata dal mio compagno, con cui ho avuto tre figli: due bimbe e un bimbo più piccolo. Ora, vivo con un altro uomo e, da poco, sono diventata di nuovo mamma. Tuttavia gli strascichi della mia passata relazione mi stanno rendendo la vita un inferno. Ho dovuto lasciare le due figlie più grandi, di 5 e 3 anni e adesso minacciano di portarmi via e non farmi più vedere neanche il terzo figlio di un anno e mezzo»
«L’ho allevato da sola - dice la 26enne - fin da quando aveva 4 mesi. In aula la mia vecchia famiglia ha fatto passare che io non sono una madre idonea a tenere i bambini, ma non è così. Poi il 2 luglio mi è arrivata una lettera dal Tribunale nella quale si conferma la collocazione del mio bimbo dal mio ex marito. Che lavora tutto il giorno. Con chi rimarrebbe il bambino? Chi lo guarderebbe? Io non lavorando, invece, posso dedicarmi a loro l’intera giornata. Non so davvero più cosa fare. Li ho sempre guardati tutti insieme. Il piccolo è cresciuto in casa con il mio nuovo compagno senza problemi. Non possono togliermi i miei bambini. Non ho fatto niente di male. Mi sono sottoposta anche ad una perizia psichiatrica. Non sono né pazza, né drogata. Accusano ingiustamente il mio attuale uomo di avere problemi di droga, ma è una bugia. Ho parlato con gli assistenti sociali, ma nessuno mi aiuta. Con il mio avvocato abbiamo presentato ricorso, ma se ne riparlerà ad ottobre. Nel frattempo, non vedrò più mio figlio. Come faccio? Già le mie bambine, le poche volte che mi vedevano, mi chiedevano se volevo loro ancora bene. È atroce. Non posso fare ostruzione e non lasciare andare il bimbo dal papà, come stabilito dal giudice: interverrebbero i carabinieri: rischierei di essere denunciata e di peggiorare la situazione».