La temperatura dell’acqua che, al largo di Rosolina, arriva a sfiorare i 30 gradi, attestandosi appena mezzo grado sotto nelle acque di Porto Tolle.
E le mucillagini che si formano, aiutate dalle temperature sempre più elevate; ma che – almeno questo – stanno già iniziando a disgregarsi, per la gioia dei bagnanti.
Eccoli qui, due degli effetti più dirompenti e più evidenti del cambiamento climatico: che innalza le temperature delle acque, stravolgendo l’ecosistema marino e le specie che lo abitano.
Rendendo l’Adriatico sempre più inospitale agli organismi che storicamente si trovano qui. E, addirittura, rendendo il Mar di Sicilia sempre più simile al Mar Rosso, con un’inedita e pericolosa abbondanza di specie tropicali, normalmente sconosciute alle nostre latitudini.
L’Arpav ha fatto l’ennesima rilevazione nell’Alto Adriatico, lungo le coste del Veneziano e del Rodigino, e ulteriori controlli sono in programma il 5 e il 6 agosto, nelle acque di balneazione, e il 19, nelle acque costiere. L’ultima mostra picchi di temperatura, effettivamente sempre più frequenti, ma comunque anomali.
Si pensi che, nell’ultima rilevazione, la temperatura media rilevata nel blocco indicato come “Corpo idrico Ce1–4”, corrispondente alla porzione costiera meridionale della provincia di Rovigo, è di 28,77 gradi; quando invece, dieci anni fa, si attestava a 24,2 gradi. Poi la temperatura è cresciuta di un altro paio di gradi, nell’arco di due anni, per attestarsi tra i 25 e i 26 fino al 2021. E iniziare a crescere, repentinamente, dall’anno successivo: 29,02 gradi, 27,19 gradi e, infine, 28,77 gradi. Con picchi, in alcune località, prossimi ai 30.
«Ma temperature superficiali dell'acqua prossime ai 30 gradi sono state registrate in alcuni tratti costieri anche negli anni scorsi. E durante l’ultima campagna di monitoraggio non sono state osservate particolari criticità» fanno presente, intanto, i biologi dell’Arpav, che hanno lavorato al monitoraggio sulle acque marine e lagunari, rassicurando sulle anomalie di questi giorni.
«L'Adriatico, essendo un mare poco profondo, è influenzato particolarmente dalle temperature elevate dell'aria, che hanno contraddistinto le ultime settimane. Nelle acque più al largo, ci sono ancora degli aggregati mucillaginosi, che però sembrano già in fase di degradazione. Gli apporti di acque dolci che continuano a esserci nel bacino, se le temperature rimangono elevate, potrebbero favorire lo sviluppo di fioriture microalgali».
Eppure l’aumento delle temperature, inserendosi in un’estate dal caldo record, preoccupa. Si pensi che, secondo i dati preliminari della rete europea Copernicus, il 21 luglio scorso è stata la giornata più calda mai registrata sul pianeta, con una temperatura media di 17,09 gradi.
Nei prossimi giorni, qualche debole corrente d’aria fresca dovrebbe arrivare dal Nord Atlantico, portando un po’ di refrigerio anche alle nostre latitudini. Ma sarà una parentesi decisamente breve, pronta a interrompersi già domenica, quando il caldo tornerà ancora più potente di prima e non ci darà tregua per almeno i primi dieci giorni di agosto.