Parlando alla sua prima apparizione pubblica da quando il presidente Joe Biden è uscito dalla corsa presidenziale del 2024 domenica pomeriggio, la vicepresidente Kamala Harris ha elogiato l’eredità del presidente. “L’eredità di successi di Biden negli ultimi tre anni non ha eguali nella storia moderna”, ha detto a un evento per gli atleti del campionato NCAA. Harris ha evitato di parlare della campagna elettorale, non avendo ancora formalizzato la sua candidatura.
La vicepresidente sembra però aver già ipotecato la nomination per la Casa Bianca, evitando con ogni probabilità anche le mini primarie. Tutti i suoi principali potenziali sfidanti infatti le hanno già dato l’endorsement, compresi i governatori di California, Michigan, Pennsylvania, Illinois, Minnesota, Wisconsin e Kentucky. Harris ha anche il sostegno di Biden e dei Clinton. Manca quello pubblico degli Obama e dei leader dem del Congresso.
Anche i finanziatori storici dei Dem si sono mobilitati. A partire dalla famiglia Soros, che ha un peso rilevante nei finanziamenti ai candidati democratici alla Casa Bianca.
Alex Soros, che ha preso il timone della Open Society Foundations (OSF) l’anno scorso da suo padre, il finanziere di origine ungherese George Soros, 93 anni, ha immediatamente segnalato domenica che la vasta fortuna della sua famiglia sarà saldamente dietro Kamala Harris come potenziale candidata democratica contro l’ex presidente Donald Trump a novembre.
Su X, Soros ha scritto: “È tempo per tutti noi di unirci intorno a Kamala Harris e battere Donald Trump. È la candidata migliore e più qualificata che abbiamo. Lunga vita al sogno americano! #Harris2024”
Il rampollo della famiglia Soros, che ha recentemente annunciato il suo fidanzamento con l’ex assistente di Hillary Clinton Huma Abedin, consolidando così i suoi legami con i vertici del Partito democratico, è stato un sostenitore di lunga data dell’amministrazione Biden. E ora il sostegno incondizionato a Kamala Harris con un solo obiettivo dichiarato: fermare Trump.
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