Non c’è campo per Renzi che tenta di entrare in quello largo mentre il Movimento Cinquestelle gli sbatte le porte in faccia. Lo spiega in un’intervista a Il Giornale Francesco Silvestri, capogruppo dei pentastellati alla Camera, commentando l’ultima mossa del leader di Italia Viva che ha aperto a una coalizione di centrosinistra anche con Giuseppe Conte. Un no deciso da parte dei 5S a una coalizione con Italia Viva.
“Non è tanto una questione di veti, ma di opportunità – dice Silvestri – Se in cinque anni sei passato dal 3% all’1% vuol dire che quello non è il tuo posto. Io davvero credo che il campo di Renzi sia il centrodestra. Basta guardare i suoi voti in Parlamento. Ha votato la ‘legge bavaglio’ con i partiti che sostengono il governo. Dalla giustizia all’ambiente al lavoro, Renzi mi sembra più vicino alla maggioranza”.
Francesco Silvestri nell’intervista ironizza sulla “conversione” che il politico fiorentino avrebbe maturato nella recente partita del cuore: “Un conto è una partita e un conto è un governo. So che per Renzi è su per giù la stessa cosa, ma per noi è diverso. Sta cercando chi lo faccia eleggere insieme ai suoi, non sono troppo sorpreso in realtà”. Poi la chiosa finale: “Se qualcuno pensa di battere Meloni imbarcando Renzi secondo me sta facendo un ragionamento discutibile. Io rispetto il punto di vista di Schlein, ma vedo Italia Viva nel campo avverso”, conclude Silvestri.
Il campo largo somiglia sempre di più a un camposanto. Calenda, di Azione, è nettamente contrario ai Cinquestelle e Avs. I pentastellati non vogliono Renzi che a sua volta ora vuole entrare nella coalizione allargata ma ha una politica economica(per non parlare della giustizia) antitetica a tutto il centrosinistra. Non c’è un argomento(dagli esteri al fisco) in cui siano d’accordo. Ogni settimana ne esce uno e ne entra un altro, come una squadra dimezzata dagli infortuni.
Sia Italia Viva che Azione hanno raggiunto alle regionali in Basilicata la migliore performance quando erano alleate del centrodestra, prendendo molto meno consensi allorquando(Abruzzo) erano collocati dall’altra parte. Ma a prescindere da tutto la mossa di Renzi sembra essere alquanto disperata.
Alle elezioni europee Renzi si è alleato con Bonino e Magi. Facendo la somma algebrica dei voti presi alle politiche partivano oltre il 6% mentre hanno raggiunto circa la metà non ottenendo il quorum. Considerato con eccessivo entusiasmo un politico di grande tattica continua a mietere insuccessi e a cambiare alleanze. E anche stavolta c’è chi non gradisce la sua presenza. Quasi fosse un menagramo.
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