Quella delle opposizioni contro l’autonomia differenziata «è prima di tutto una battaglia giusta. L’autonomia differenziata fa male al Nord creando più burocrazia, fa male al Sud creando più diseguaglianze. E Meloni rischia molto: se scatta il quorum, il governo va a casa».
Lo spiega Maria Elena Boschi, ex ministra ed ex capogruppo di Iv alla Camera, in un’intervista alla Stampa dove commenta le opposizioni quasi tutte mobilitate sul referendum contro l’autonomia, che potrebbe essere l’embrione di un’alleanza.
«Con la fine del terzo polo e il nostro ingresso organico nel centrosinistra, i moderati e i garantisti avranno un contenitore per rendere più forte l’ala riformista della coalizione», afferma. «Più gli altri radicalizzano a sinistra, più noi saremo blairiani. E i nostri voti in tanti collegi marginali, che sono in bilico, faranno la differenza».
Una parte del Pd potrebbe non essere favorevole a ricucire con Italia Viva, ma Boschi osserva: «Ho un buon rapporto con Elly, ma la nostra scelta ha un valore politico non personale. Schlein ha scelto di far cadere i veti che nel 2022 erano stati messi da Letta: questa è la novità politica che fa la differenza. Non vedo gastriti nel Pd e nemmeno in casa nostra. Ma nel caso meglio un mal di pancia passeggero che altri cinque anni con Salvini, Lollobrigida e Delmastro».
Per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle, «la sfida è il futuro: ecco perché ci piace l’idea di un contratto di programma sui contenuti, alla tedesca, che proprio Conte aveva proposto in passato. Magari con un cantiere come quello che provò a fare Prodi nel 2006. Per il futuro contino i voti e non i veti»
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