La scorsa settimana è stato spiegato perché una medaglia d’oro della Francia nel settore femminile rappresenterebbe un conseguimento senza precedenti. Se questa, eventuale, affermazione dovesse concretizzarsi nella sciabola (dove Sara Balzer è la numero 1 del ranking mondiale e les Bleues sono le favorite assolute), si verificherebbe un doppio accadimento epocale.
La Francia ha infatti già vinto in cinque dei sei ambiti in cui è possibile imporsi, avendo ottenuto almeno un successo a Cinque cerchi in tutte le armi della sfera maschile, nonché nel fioretto e nella spada dell’altra metà del cielo. All’appello manca, appunto, solo la sciabola riservata alle donne.
Anne-Lise Touya, una delle più grandi sciabolatrici di inizio XXI secolo, si è fregiata di 2 ori mondiali (2001, 2005) senza però mai calcare il podio olimpico. Su di esso, le transalpine si sono issate per la prima volta solo a Tokyo 2021 grazie al bronzo di Manon Brunet e all’argento nel team event. In entrambi i casi furono fermate da chi rappresentava il comitato olimpico russo, bandito da Parigi.
La Russia, Lupa in fabula, è l’unica nazione a essersi imposta in ogni ambito possibile e immaginabile. Se nei prossimi giorni la Francia dovesse affermarsi nella sciabola femminile, chiuderebbe a sua volta il cerchio, diventando il secondo Paese a fare “sei su sei”.
Non esistono altri movimenti nazionali così vicini all’en plein. All’Italia mancano spada e sciabola femminili; all’Ungheria fioretto maschile e sciabola femminile; alla Germania tutta la sciabola; Cina e Romania sono lacunose nella spada maschile e nella sciabola femminile; infine la Corea del Sud difetta di fioretto e spada femminili.
A Parigi 2024, alcuni Paesi appena citati non parteciperanno neppure nei settori in cui sono ancora a quota “zero”. In linea teorica, Italia, Ungheria e Cina possono provare a completare la collezione. Sarebbe però sensazionale, perché significherebbe vincere in due sfere differenti a oggi ancora tabù.