UDINE. Il Comitato Regionale Arbitri riparte da Riccardo Ros, confermato alla presidenza dei “fischietti” regionali. Per il pordenonese, che nel suo curriculum vanta anche cinque presenze in serie A, inizia il secondo anno alla guida del movimento.
Ros, squadra che vince non si cambia…
«È un’occasione per proseguire il lavoro iniziato l’anno scorso. Il gruppo è rimasto quasi intatto con il solo ingresso di Giuseppe Celentano in luogo di Moreno Pizzamiglio. Per il resto confermati Marinella Caissutti, Simone Badan, Luca Baldoni, Luca Cecotti, Antonio Longo, Gabriele Poles e Christian Vaccher».
Quale il bilancio della scorsa stagione?
«Sicuramente positivo, ma c’è ancora lavoro da fare. Ci sono degli elementi da migliorare, dovuti anche all’inesperienza di qualche giovane arbitro. In una stagione difficile, in cui ci siamo complicati le cose, abbiamo chiuso bene soprattutto la fase finale».
Cosa chiede di migliorare ai suoi arbitri?
«Devono capire fino in fondo il ruolo, avere consapevolezza di questo. Qualche volta si sono verificate situazioni frutto di troppa superficialità o magari poca concentrazione. Chiedo loro di essere liberi nell’arbitrare in maniera più precisa per dare il giusto servizio al calcio dilettantistico regionale».
Lo scorso anno avete incontrato le società: confronto da ripetere?
«Senza dubbio. Sono stati molto positivi e vorrei riproporli al Comitato regionale affinché si possano sedere fianco a fianco i miei ragazzi, i capitani e gli allenatori. Servono per analizzare insieme episodi positivi e negativi della stagione e far vedere loro come lavoriamo».
Quali sono i rapporti con il Comitato regionale?
«Ottimi e, credetemi, non in tutta Italia ci sono situazioni sempre idilliache. Fin dal primo giorno c’è sempre stata la massima collaborazione e tranquillità nel poter gestire gli elementi di competenza, nel rispetto dei ruoli. Mi auguro sia così anche in futuro».
Tre conferme in serie A, due promozioni in serie C: il movimento è in salute…
«Siamo molto felici per le conferme di Zufferli, Miniutti e Tolfo al massimo livello, ma è evidente come ci inorgogliscano le promozioni di Maccorin e Mamouni che raggiungono Djurdjevic, Sfira e Della Mea in serie C. Il dato che ci conforta è che tra tutti gli arbitri nazionali uno solo è stato dismesso per limiti di appartenenza in categoria: dimostra che hanno le capacità per poter gestire campionati così importanti. Ora ci aspettiamo possano farlo anche i tre arbitri (Allotta, Trotta e Vendrame, ndr) e i quattro assistenti (Lendaro, Marri, Rufrano e Patat) promossi dai campionati regionali».
Come convincerebbe un ragazzo che ci legge ad iscriversi al corso arbitri?
«Fare l’arbitro oggi è difficile, perché il calcio è lo specchio della società con situazioni complicate. Nonostante queste difficoltà potrà vivere un’esperienza magnifica che lo forgerà nel carattere e gli farà conoscere molte persone. Potrà godere delle emozioni che questa attività riesce a regalare, dall’esterno difficile da capire».