L’idea, semplice e geniale al tempo stesso, è stata sin dall’inizio quella di andare a navigare nelle situazioni più estreme.
Ecco che il primo anno, nel 2022, Manuel Vlacich e Franco Deganutti, monfalconese l’uno, cividalese l’altro, entrambi soci della Società velica Oscar Cosulich di cui Vlacich è anche direttore sportivo, hanno partecipato a tre tra le regate più affollate del Vecchio Continente (la Barcolana ovviamente, la Bol d’Or sul lago di Ginevra e la Round the Island, nel Sud dell’Inghilterra) per poi negli anni successivi programmare la navigazione nel lago più alto al mondo (il Titicaca, 3812 metri sul livello del mare, in Bolivia) o nel lago sotterraneo più grande d’Europa, a St Leonard, sotto i vigneti del Vallese, in Svizzera…
È così che Vlacich e Deganutti sono finiti nel Guinness dei Primati e poco più di un mese fa – dopo la nomination del 2023 – hanno vinto il premio di Velista dell’Anno nella sezione Passion, votato dai lettori del Giornale della Vela.
Ora i due velisti della Svoc sono tornati dalla Groenlandia dove hanno allargato la compagnia alla velista e youtuber Elisabetta Maffei per disputare una serie di match-race utilizzando gli iceberg come… boe a tracciare il percorso.
«Regatare nel mare di Groenlandia con una temperatura esterna tra i 4 e i 5 gradi e la temperatura del mare a 2 gradi, è stata un’emozione unica – confida Vlacich -. Sembra di navigare in mezzo al ghiaccio tritato, la sensazione è quella. Ma sono i colori e il silenzio nei quali sei avvolto a regalare le emozioni più forti. Davvero è stata un’esperienza che mi ha aiutato a riflettere profondamente sulla nostra quotidianità».
Del resto le avventure che vedono i due soci Svoc protagonisti hanno pure una profonda motivazione ambientalista. Non a caso lo slogan che accompagna quest’edizione 2024 del programma è un chiarissimo «Prima che sia troppo tardi».
Non solo: oltre a essere ambasciatori della Regione Fvg, Vlacich e Deganutti sono divenuti testimonial della One Ocean Foundation, no profit nata per iniziativa dello Yacht club Costa Smeralda che promuove la ricerca sugli ecosistemi marini ispirando nella sua attività per un’economia blu sostenibile leader internazionali, aziende e singoli. «Noi – dice Vlacich – non intendiamo certo sostituirci ai divulgatori scientifici o ai professionisti in ambito ambientale: la nostra è un’iniziativa sportiva che ha a cuore i temi legati alla sostenibilità ambientale e se, con le nostre imprese, stimoliamo riflessioni su questi temi, abbiamo raggiunto il nostro scopo».
E dunque forti sono state le motivazioni che hanno portato i due “velisti dell’anno” a inizio primavera pure sulle acque del lago sotterraneo di St Leonard. A proposito: ma come si fa ad andare a vela in una grotta dove di vento non ce n’è, non ci può essere nemmeno una bavetta?
«C’è però una minima corrente d’aria che arriva dall’ingresso della grotta in cui si trova il lago sotterraneo e “scuotendo” la vela, un po’ come a volte si fa con il windsurf» spiega Vlacich. E che barche usano Vlacich e Deganutti?
«A noi serviva una barca ovviamente affidabile ma facile da trasportare, anche in aereo – spiegano –. Abbiamo trovato la collaborazione con la francese Tiwal, che produce queste imbarcazioni di 3 metri e 85 con albero in fibra di carbonio, dalla superficie velica di 5,70 metri quadrati, barche gonfiabili con struttura in alluminio trasportabili in due sacche e che si montano in meno di 20 minuti: con queste imbarcazioni abbiamo raggiunto punte di 25 nodi con medie in navigazione sui 17 nodi. Di queste barche ne sono state prodotte oltre duemila…».