TRIESTE Walter Preprost, veterano del porto di Trieste e amministratore del Terminal frutta fino al 2013, è scomparso lunedì all’età di 82 anni. Ha lavorato nello scalo giuliano per quasi un sessantennio, partecipando anche dopo il pensionamento agli incontri dell’Associazione degli spedizionieri. Proprio per la longevità del suo servizio e per il ruolo che ha saputo esercitare negli anni, Preprost è stato spesso indicato come una delle «memorie storiche» del porto di Trieste, avendone seguito e promosso in prima persona lo sviluppo.
Preprost inizia come spedizioniere per diventare poi terminalista, assistendo alla creazione dei primi frigoriferi al Magazzino 51: nel 1994 nasce il Terminal frutta, con un traffico di agrumi israeliani a fare da apripista. Tornando ancora indietro con la memoria, negli anni Settanta Preprost aveva potuto registrare l’arrivo dei primi traghetti, cui erano seguite le navi refrigerate e quindi l’avvento dei container-frigo.
Dai traffici di agrumi degli esordi, si passa presto al commercio di banane dal centro America e di kiwi dalla Nuova Zelanda. Ma la “svolta” risale agli anni Novanta e vede protagonista proprio Preprost, con il traffico di patate novelle egiziane che giungono a Trieste da febbraio ad aprile. In un’intervista al Piccolo, Preprost aveva raccontato: «Il picco è stato di 110 mila tonnellate in pochi mesi, con oltre un centinaio di camion caricati al giorno, pronti per viaggiare verso il Nord Europa. Il lavoro era febbrile e senza orari: c’erano le navi da scaricare, la cernita da fare, i controlli fitosanitari e doganali».
Lasciata in altre mani la gestione del Terminal frutta, dal 2013 Preprost lavora allo Scalo legnami, fino al pensionamento nel 2019. Ricorda Stefano Visintin, presidente degli spedizionieri triestini: «Walter ha fatto crescere il porto di Trieste in molti settori, anche se il suo nome è associato indissolubilmente al traffico dell’ortofrutta dall’Egitto per il centro Europa. L’uomo Walter lascia un’eredità di passione e amore per il lavoro, il porto e la sua comunità, donate fino all’ultimo giorno».