Tadej Pogacar non si è rivelato molto sportivo nel finale della ventesima tappa del Tour de France. Il dominatore della Grande Boucle ha risposto all’attacco in salita di Jonas Vingegaard, desideroso di staccare Remco Evenepoel e guadagnare un margine importante per mettere un’ipoteca sul secondo posto. Il danese ha invitato più volte lo sloveno a dargli un cambio per proseguire l’azione, ma non ha mai ricevuto una risposta positiva.
La coppia è andata a riprendere il fuggitivo Richard Carapaz, giocandosi così il successo di frazione nell’ultimo chilometro. Pogacar avrebbe potuto concedere il sigillo all’avversario, visti gli oltre cinque minuti di vantaggio in classifica generale e considerando che non aveva mai supportato il danese nel corso dell’azione sul Col de la Couillole. Quando mancavano 200 metri al traguardo, invece, la maglia gialla ha piazzato l’affondo e si è involato verso l’arrivo, conquistando la quinta vittoria di tappa e alzando la mano.
Un peccato di ingordigia, degno sì di un cannibale: oggi non è stato elegante nei confronti di Vingegaard, la rasoiata sarebbe stata legittima se avesse collaborato, ma in questa situazione non è stato così brillante e galantuomo. Una prova di forza che dimostra la grande caratura tecnica del balcanico, ma che poteva essere evitata visto che non c’erano grandi dubbi. Dopo l’arrivo i due si sono parlati, con il danese visibilmente contrariato per il gesto: avranno chiarito? Il duello ad armi pari è rimandato al prossimo anno.