TRIESTE Non potevano che esserci loro dietro al premio-vacanza di Trieste Trasporti, conferito ai due più strenui frequentatori dell’autobus a chiamata notturno. Avvezzi alla movida nel centro città, residenti in rioni distanti dal fulcro mondano di via Torino o delle maggiori discoteche triestine, in cerca di soluzioni a basso costo e ad alta affidabilità. Ma dalle loro voci emergono anche delle esperienze personali, dei suggerimenti che contribuiscono a dare uno spaccato realistico del servizio a un anno esatto dall’inaugurazione ufficiale.
Lorenzo Pipan e Luca Triboli hanno accumulato in dodici mesi più di 40 corse ciascuno, che – considerato il periodo di sperimentazione – equivalgono a quasi una corsa a settimana. Lorenzo, lavoratore di 22 anni, abita in viale Sanzio e ha scoperto l’autobus a chiamata notturno grazie agli annunci sui social network. «Lo uso quasi sempre per tornare a casa quando esco di sera – racconta – mentre un paio di volte l’ho preso per andare in discoteca al Molo IV».
La prima volta in cui è salito sul piccolo autobus azzurrino della Trieste Trasporti, ha capito che quello sarebbe stato il suo fidato compagno per le nottate a venire. «Prima andavo in bici – spiega Lorenzo – e per un po’ ho cercato di utilizzare il taxi. Ma oltre ai prezzi, che non sono comparabili (il costo di una corsa a chiamata è di 2 euro, ndr), l’autobus è più smart, permette di effettuare una prenotazione con la sicurezza di tornare a casa». Soprattutto, i mezzi pubblici «consentono di godersi un drink a chi altrimenti dovrebbe guidare».
La combinazione fra convenienza e sicurezza, secondo Lorenzo, rende «imbattibile» il servizio nel ventaglio delle opzioni a disposizione dei più giovani: «Qualche volta lo prendo assieme alla mia ragazza, altre con il mio gruppo di amici in assoluto comfort».
Anche Luca Triboli, ventisettenne che sta facendo un dottorato all’Università di Trieste, ha appreso del servizio notturno attraverso una notizia su internet: prima era costretto a tornare a casa entro mezzanotte, per riuscire a prendere gli ultimi autobus di linea. Luca abita infatti di fronte all’ateneo e, da quel giorno in poi, ha utilizzato l’autobus a chiamata notturno «quasi ogni mercoledì, durante i mesi invernali». Tant’è che si è molto dispiaciuto nel momento in cui ha scoperto che «d’estate avrebbero eliminato il servizio al mercoledì sera», benché riconosca le ragioni della scelta legate alla fine dei “mercoledì universitari”.
Ma la coppia premiata per l’assiduità, che ora potrà godersi un viaggio in Spagna, non lesina consigli per migliorare ancora l’offerta. «Alcuni miei amici – osserva Lorenzo – non appena vedono arrivare l’autobus a chiamata, vorrebbero aggiungersi all’ultimo, ma non è possibile farlo». Così Lorenzo si domanda se sia possibile introdurre «una prenotazione istantanea», che faccia felice i suoi amici senza dover scaricare l’applicazione: «Di solito – aggiunge – io prenoto sempre la corsa per tempo la sera stessa».