IVREA. Sarà il nono supermercato costruito in un’area di tre chilometri, compresa tra i due Carrefour, il market di corso Vercelli, e l’ipermercato di Burolo, il Tigros che verrà costruito nell’area ex Enel. In mezzo Lidl, Ekom, Coop, Md, Conad, Penny. E in più basta prendere via Circonvallazione per incontrare ancora Lidl, Carrefour, oppure dirigersi all’area ex Montefibre per trovare il Bennet. E poi ancora il Conad di via della Liberazione. Fino al Bennet di Pavone. «Siamo circondati – spiega Ciro Lubrano, dell’Enoteca Vino e dintorni –, da supermercati inutili. Viviamo in una città in decremento demografico, le grandi catene come Carrefour sono in crisi e noi continuiamo a costruire supermercati? Si parla sempre di posti di lavoro, poi, ma per uno che assume, un altro chiuderà. D’altronde siamo sempre di meno, non siamo più ricchi, secondo voi faremo di più la spesa? Queste sono cose, però, che si dovrebbero risolvere con il piano regolatore e con un piano del commercio. Manca una visione, in realtà, è questo che manca».
«Troppi», è un giudizio con cui concorda anche Maurizio Fiorentini, presidente di Confesercenti Ivrea. «Registrerà un interesse immediato, ma quello che andrà al supermercato nuovo non andrà più al vecchio – precisa Fiorentini –. Peggio ancora se pensi ai piccoli negozi che penso che abbiano sempre più difficoltà. Noi possiamo difenderci puntando sulla nicchia. Dobbiamo distinguerci e aprirci all’ecommerce. Non dobbiamo fare concorrenza né ai supermercati, né ad Amazon, perché non possiamo, ma questa è l’unica via per sopravvivere».
Felice Zuffo, dell’associazione consumatori Adoc Ivrea, spiega che «dal mio punto di vista più c’è concorrenza più un consumatore ha possibilità di verificare, confrontare e misurare prezzi. Bisogna educare tutti a leggere cosa sono i prezzi e guardare bene i volantini. Il consiglio è sempre quello di guardare anche le provenienze delle cose».
Nevio Perna di Legambiente Dora Baltea, invece, ragiona più dal punto di vista urbanistico. «Oggi si ritiene - precisa l’ambientalista -, che i piani regolatori che funzionano per grandi aree abbiano un po’ ingessato le città. Certo, però, bisognerebbe porre dei limiti. Perché i nuovi supermercati consumano suolo, incrementano il traffico e hanno costi di urbanizzazione. Da un certo punto di vista fare un nuovo supermercato all’ex Enel, significa riportarlo dentro la città, quindi è meglio che farlo fuori. Però certo, abbiamo raggiunto la saturazione e il Comune fa l’unica cosa che può fare, cioè chiedere delle opere di compensazione in cambio. Accadrà, però, che un altro supermercato fallirà e nel frattempo avremo consumato ancora suolo. Si dovrebbe ragionare di più sulle politiche del cibo e stabilire alcune linee di lavoro. Questa amministrazione sta lavorando anche su questo filone. Dobbiamo fare in modo che città diventi più corta, non più lunga. E per questo serve la politica, che si occupi di piano regolatore e destinazioni d’uso».