IVREA. Ha ritrovato l’espressione serena di sempre, Maria Tripodi, per tutti Mery, nell’eterno abbraccio del Signore che, lo scorso martedì 16, l’ha chiamata a sé, pacificandola, dopo mesi di lotta contro un tumore che non le ha lasciato scampo. Serena nella consapevolezza di non essersi presentata a lui a mani vuote, ma con tutto il bene largamente dispensato a tantissime persone nel corso di una vita terminata prematuramente. Sessantaquattro anni (ne avrebbe compiuti 65 sabato 27), nata a Villa San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria, Mery era persona conosciutissima in città, rispettata e benvoluta.
Dal 1998 titolare del suo Mery Fiori, in via Mulini, era già presente, da almeno vent’anni prima, sul piazzale del cimitero dove la mamma aveva un rinomato banco dei fiori. Nel suo negozio Mery, oltre ad esprimere il suo buon gusto e il talento professionale che tutti le riconoscevano, è stata sempre non solo un punto di riferimento importante per quanti desiderassero acquistare fiori o piante per adornare le tombe, ma anche un’ascoltatrice attenta e in grado di esprimere sempre una parola di conforto. Senza contare che la presenza sua e della sua attività hanno contribuito a rendere meno anonimo e più familiare il luogo, oltre a trasmettere un senso di presenza rassicurante alle signore che, durante tutto l’anno, si recavano al cimitero.
Sabrina Trapasso, amica di una vita e sua valente collaboratrice nell’attività, conferma: «Era gentile con tutti, in particolare con le tante persone delle quali coglieva la sofferenza per un lutto recente o un problema. Sapeva mettere da parte i propri problemi per immergersi in quelli degli altri e faceva di tutto per aiutarli ed essere di conforto». E il suo bene non è andato sprecato, come ha confermato la moltitudine di persone che, per la recita del rosario, si è riversata in Sant’Ulderico, affollando anche via Arduino e piazza di Città, e che per i funerali, ieri, giovedì 18, si è portata in duomo per la messa celebrata dal vescovo di Biella, Roberto Farinella. Che ha commosso tutti con la sua intensa e affettuosa omelia: «Siamo in questa antica cattedrale – ha detto – per offrire e rivolgere al padre la nostra preghiera per la carissima Mery a cui vogliamo esprimere tutto l’affetto che ci ha uniti in vita e il grazie per quanto ha fatto e quanto ha testimoniato anche nella sua fede. In questa chiesa non c’è solo la sua famiglia naturale, ma anche una famiglia parrocchiale più vasta, di amici e conoscenti che condividono il dolore della figlia Irene, dei nipoti e delle sorelle e che chiedono al Signore, per lei, la gioia del paradiso». «La nostra Mery – ha concluso monsignor Farinella – ha testimoniato la sua fede in tante opere, con il suo cammino percorso cercando e pregando Dio anche nel momento della malattia. Grazie, Signore, da parte di tutti noi, per aver conosciuto Mery e per aver potuto camminare con lei e aver condiviso parte della nostra vita».
Anche il vescovo di Ivrea, Edoardo Cerrato, ha voluto esprimere alla famiglia la propria vicinanza, con un messaggio letto la sera del rosario, e con un saluto recato, il giorno dopo, da monsignor Farinella, durante la messa.