foto da Quotidiani locali
Il malore, la sbandata, l’impatto con la recinzione che costeggia via Pisani, a Monastier. I soccorsi, immediati, poco prima della mezzanotte di sabato, la rianimazione sul posto ed il trasporto d’urgenza all’ospedale Ca’ Foncello, dove l’uomo è arrivato in condizioni gravissime.
E purtroppo, nonostante il prodigarsi di medici ed infermieri, il decesso, alle prime ore di domenica. A soli 62 anni è morto così Adelio Antoniazzi, cuoco e ristoratore, amico sodale e poi socio storico di Matteo De Stefano (e del geometra Stefano Zanini), in primis al “Santa Lucia” lungo il Terraglio. E poi, dal 2005 fino a pochi mesi fa, del “ristorantino pizzeria da Adelio” in via Montello, che si era imposto in pochi mesi come un’ istituzione non solo al Chiodo, che da ieri è in lutto per le perdita del “suo” cuoco, ma anche della città.
Abitava a Maserada, Antoniazzi, e nel suo paese, a Varago, alla storica osteria Zanatta aveva mosso i primi passi dietro i fornelli. Nel suo curriculum anche un anno al Bassanello di via Cairoli, fra la lunga esperienza del Santa Lucia e la nuova avventura in proprio in via Montello.
«Un lavoratore esemplare, un grandissimo che faceva della semplicità la differenza», dicono gli amici, affranti.
«Era un uomo di grande simpatia, attaccatissimo al lavoro, dov’era inesauribile, non si fermava mai», aggiunge Alessandro Ardizzoni, il pasticcere di fronte, lì al Chiodo, «Sconvolgente, è una grande perdita per tutti, Adelio qui aveva portato un valore aggiunto, non solo in termini professionali». La gente, anche clienti illustri della città, andavano da lui , che pure non aveva molti coperti, per le fritture di pesce, il suo marchio di fabbrica.
Il tam tam, ieri pomeriggio, è scattato dal Chiodo fino alla città, ed è stato una mazzata per molti ristoratori. Sui social il cordoglio di Stefano Zanotto di Arman («Buon viaggio Adelio, buon viaggio Bro»”), e di tanti ristoratori, chef, mondo della distribuzione e clienti. Tutti affranti e sconvolti.
Saranno le indagini dei carabinieri, giunti sul luogo dell’incidente per i rilievi, ad accertare cosa abbia provocato l’incidente e la sbandata dell’auto dove viaggiava, ma tutto fa ritenere, che Adelio abbia accusato un malore mentre guidava: un collasso per il caldo? Un ictus? Un aneurisma?
Sembra poi che tornasse da un notissimo locale della zona, dove prestava una consulenza ai giovani in cucina, e non esitava a dare una mano se serviva. Ma era in pensione, da 7 mesi: aveva deciso di chiudere la sua creatura al Chiodo e di concedersi il meritato riposo. E come diceva ai colleghi, era incredulo di fronte alla recente difficoltà, di trovare chi raccogliesse il suo testimone al Chiodo, e anche semplici pizzaioli. Non aveva famiglia, lascia una sorella. La data dei funerali di Adelio dev’essere ancora fissata.
