MONFALCONE «Lo invitiamo a venire a trovarci e a discutere con la volontà di raggiungere una soluzione». Parole di Bou Konate, che venerdì pomeriggio, al Centro culturale islamico di via Duca d’Aosta, ha rivolto la proposta ad Antonio Garritani, prossimo sindaco facente funzioni dal 19 luglio. A Cisint ha augurato che «faccia meglio in Europa, dopo sette anni non ci ha mai incontrati, i suoi non sono stati veri incontri».
La conferenza stampa, comunque, era dedicata alla presenza a Monfalcone dell’onorevole Aboubakar Soumahoro, improntata alla solidarietà nei confronti della comunità islamica rispetto alla nuova missiva, timbro postale di Fiumicino, che dileggiava pesantemente le pagine del Corano, una delle quali impiastricciata di escrementi.
A chiedere a Konate che idea si sia fatto su quest’ulteriore caso, ha osservato: «Le pagine sono state strappate dallo stesso libro del Corano della volta precedente. È un’edizione di vecchio stampo, lo si desume chiaramente dai caratteri e anche dai titoli, non più in distribuzione».
Il tutto mentre il parlamentare ha rinnovato la vicinanza alla comunità islamica locale, giunto a Monfalcone a poche ore dall’arrivo della lettera. Assieme a Konate, l’imam Rahamal Mizanur, il presidente di Bangladesh Welfare Association Nurul Amin, con i vice Abul Hossain e Mohammad Kabir, il presidente dell’associazione Baitus Salat Rejaul Haq: «Rappresentano tutta la nostra comunità», ha precisato il presidente onorario del Darus Salaat.
Si è anche unita la responsabile dell’Ufficio immigrazione della Cgil provinciale Sarr Fatou. «Ringraziamo molto l’onorevole Soumahoro per la sua presenza qui. Aspettiamo veramente fatti concreti - ha continuato Konate -. Non ci preoccupano le persone che hanno compiuto questo simile gesto, piuttosto l’assenza di una presa di posizione chiara da parte dell’amministrazione comunale».
Ha poi aggiunto: «La comunità si sente addosso la costante accusa di essere fuorilegge, ma la sentenza del Tar non ha lasciato margini di fraintendimento sulla nostra correttezza rispetto alle regole. La presenza del deputato Soumahoro ci dà forza. In Parlamento c’è qualcuno che difende i nostri diritti e l’onorevole sta facendo davvero il suo dovere».
Il parlamentare ha ribadito tutta una serie di concetti, ricordando le sue proposte di legge sul tema, ma ha anche affermato che interverrà alla Camera affinché il ministro dell’Interno Piantedosi «denunci i fatti ignobili di questi giorni» richiamandosi anche «ai cittadini e alle cittadine di Monfalcone che non si riconoscono minimamente negli atteggiamenti islamofobici e razzisti che qui si sono verificati».
Ha parlato del «silenzio di chi ha il dovere e la responsabilità di intervenire, visto che non si tratta di un caso isolato». S’è appellato alla premier Meloni, «mai come oggi serve una sua parola», citando l’articolo 3 della Costituzione oltre al 19 sulla libera professione di fede.
«Servono parole chiare da chi riveste funzioni amministrative e politiche, stiamo assistendo a un degrado linguistico che è anche culturale, quando si tratta della nostra comunità, pure oggettivamente parte di quella monfalconese. Poniamoci tutti il tema di come fare l’integrazione». A un certo punto è arrivato il titolare del ristorante Bangla Flavour con una busta in mano: una lettera dal titolo “La Divina Commedia e gli alunni musulmani” che invita a leggere «il canto 28 dell’Inferno di Dante, dove si trova Maometto».
È stata ad ogni modo una giornata di “rimpalli”, con la prima cittadina Anna Cisint a consegnare a ora di pranzo il suo messaggio su Fb: «I leader musulmani hanno trasformato la comunità islamica in vero e proprio partito politico proteso alla conquista e al controllo della nostra società». E «la sinistra e i fiancheggiatori hanno preso a pretesto l’episodio delle lettere inviate al Centro islamico Darus Salaam per una campagna di attacco fazioso verso l’amministrazione comunale e chi la rappresenta, capovolgendo la realtà». Dall’Anpi di Monfalcone, infine, la «viva solidarietà alla comunità islamica».