Musetti ha giocato bene, ma Djokovic meglio. E Alcaraz ancor meglio. Krejcikova favorita con Paolini che quindi…ha più chance di vincere
Nel segno del…37. Confesso che non mi aspettavo che Novak Djokovic fosse in grado, 37 giorni dopo l’operazione al menisco, di giocare così bene e di raggiungere, a 37 anni (che non dimostra…) la sua finale di Slam n.37.
Secondo me ha giocato molto bene anche Lorenzo Musetti, anche se ha perso in tre set ravvicinati, 64 76 64 con qualche opportunità mancata per far meglio in ciascuno dei tre set. Ma in realtà Djokovic gliene ha concesse pochine. Quando sul 3-5 del primo set Lorenzo ha ripreso il break subito a 15 nel sesto game è andato a servire sul 4-5 e ha riperso il game a 15. Come? Nei quattro punti persi 3 sono stati suoi errori, uno slice troppo difensivo e lento, un doppio fallo, poi un errore gratuito di dritto ed è stato 6-4 per il serbo.
Il secondo set è stato quello in cui è andato più vicino a vincerlo. Prima perché è stato un break avanto dal primissimo game, poi perché – sebbene ripreso al sesto game, 3 pari – sul 5 pari si è trovato avanti 0-30 sul servizio di Djoko. Ma lì però è emersa la classe del campione che ha vinto Wimbledon per la settima volta e conta di vincerlo per l’ottava eguagliando i successi di Roger Federer e, al contempo, di conquistare lo Slam n.25 che vorrebbe dire lasciarsi alle spalle anche il record di Slam di Margaret Court (24). Lì, infatti, Djokovic ha prima fatto un servizio vincente per il 15-30 e poi tre ace di fila. Mostruoso. Musetti ha tenuto a fatica il servizio annullando un setpoint dopo aver fatto un punto strepitoso che ha fatto scattare in piedi tanti spettatori per una meritata standing ovation, ma poi al tiebreak non c’è stata storia perché Nole, subito avanti 3-0 l’ha vinto 7 punti a 2.
E sulla scia ecco subito break per Djokovic nel primo game del terzo set. Non verrà più recuperato, ma ci saranno ugualmente emozioni e colpi spettacolari nel finale, quando sul 3-5 Musetti serve e va sotto 0-40. Djokovic gigioneggia un po’ sul primo dei mathpoint, Lorenzo è bravo a issarsi sul 40 pari. Mi viene in mente quando accaduto a Malaga, i famosi 3 matchpoint consecutivi di Djokovic annullati da Sinner che poi vince la partita. Musetti tiene il servizio, ma nel game successivo Djokovic, visibilmente innervosito, oltre che seccato perché gran parte del pubblico grida “Lorenzoooo Lorenzoooo” –il pubblico ce l’ha quasi sempre contro – concede una pallabreak cacciando un dritto in rete. Ma il successivo scambio lo vince lui e con altri due punti chiude la pratica.
Musetti ha fatto vedere i colpi più belli e spettacolari, ma anche il punto più bello e spettacolare vale per un solo punto, mentre Djokovic, magari meno belli, ne fa di più: 116 contro 98. Sono diciotto punti in più. E quelli che contano di più…come l’ultimo.
Certo Musetti ti diverte da morire, proprio ti affascina per certi colpi e certi punti che fa, tipo un dritto che esce fuori dai paletti e rientra dentro per finire all’incrocio delle righe lasciando di sasso Djokovic, e per un passante di rovescio pazzesco tirato da una posizione impossibile, ma così facendo in qualche modo un po’ ti distrae. Ti restano impressi quei colpi straordinari, magheggi, conigli che escono dal cilindro del mago, e però finisci per accorgerti di meno se la sua prima di servizio fa poco male, se la sua seconda è troppo lenta e finisce per essere facilmente aggredibile per uno che risponde alla grande come Djokovic. Ti bei per una serie di rovesci lungolinea così eleganti e non fai caso che forse avrebbe potuto venire un po’ più spesso a rete, per precedere chi invece a rete è venuto parecchie volte, più del solito. Tanti attacchi inconsueti di Djokovic hanno ingenerato il sospetto che Nole non si comportasse così soltanto per togliere il tempo a Lorenzo, ma anche per evitare scambi prolungato e troppe corse laterali. Venendo a rete e correndo in verticale di propria sponte, e per scelta, si fatica meno piuttosto che a correre da destra a sinistra all’inseguimento di una palla che ti arriva anche in contropiede.
Insomma Musetti è contento del suo torneo – e ci mancherebbe! “Mi avessero detto prima del torneo se avrei firmato per un posto in semifinale…avrei cercato la penna in tutta Wimbledon pur di firmare!” – non si fa problemi nell’ammettere “Djokovic è più forte di me, si vede che sull’erba si trova proprio alla perfezione, è la sua miglior superficie…delle sette partite che abbiamo giocato questa è stata la migliore e lui ha giocato come contro di me non aveva mai fatto a questi livelli, ma il mio torneo è positivo, ho la consapevolezza di potermi battere contro chiunque, è un fiore che nasce, ho solo voglia di fare sempre meglio, magari a cominciare dalle Olimpiadi (anche se prima lui andrà a giocare Umago)”.
Lorenzo, felice di aver giocato finalmente sui campi principali, il n.1 con Fritz, il centre court con Djokovic – “Ma che bello averlo anche provato al mattino per scaldarmi e vivere l’emozione di giocare su un campo leggendario, storico” – sa di non avere cambiali da pagare in termini di punti nel secondo semestre (“L’anno scorso non vinsi quasi mai da luglio in poi”) e sogna “di far bene soprattutto all’US Open per poter magari entrare tra i top-ten e, non si sa mai, ritrovarsi a Torino per giocare le finali ATP”.
Lorenzo ha condiviso in sede di conferenza stampa quanto gli avevo detto. Secondo me per come ha giocato avrebbe battuto l’85/90 per cento degli altri tennisti.
Insomma Lorenzo adesso che ha ritrovato fiducia in se stesso, sogna in grande. Non so se ce la farà, e non so nemmeno se a Djokovic che ho visto giocare bene e muoversi super bene, basterà giocare come contro Musetti “La mia miglior partita, meglio che quella con Rune che avevo giocato bene, ma posso giocare certamente ancora meglio di oggi..” per vendicare con Alcaraz la sconfitta di un anno fa.
Alcaraz con Medvedev, dopo un primo set non inappuntabile, ha dato spettacolo vero. Con un repertorio così completo che non c’è nessuno che possa stargli alla pari. “E’ un mostro” ha detto Medvedev che un anno fa aveva perso con un triplice 6-3, ma stavolta ha giocato molto meglio, anche se dopo aver vinto il primo set, ha perso i 3 set successivi con un andamento non molto diverso da quello che avrebbe patito poi Musetti con Djokovic: 6-3, 6-4,6-4, un break per set nel secondo e nel terzo, un poì più storia nel quarto per via di un break e controbreak nei primi due game, il break determinante sul 3 pari e buonanotte Daniil.
“Per me è stato bello poter giocare finalmente outdoor…ho sempre giocato con il tetto nei giorni passati…”.
Hanno giocato bene entrambi, Alcaraz e Djokovic che si sfideranno domenica nel loro sesto duello (l’ultimo doppio duello in due anni successivi lo giocarono Djokovic e Federer nel biennio 2014-2015). Se il tempo –che è stato orribile come non mai a mio ricordo – sarà bello domenica e si giocherà senza tetto, io penso che una sterlina su Alcaraz –soprattutto se il match dovesse andare per le lunghe – la si possa scommettere anche se Djokovic qui gioca nel suo giardino, quello dei 7 trionfi. Non ho avuto il tempo di guardare le quote dei bookmakers.
Nadal e Federer tiferanno certamente per Carlitos. “Vincerà tanti Slam di sicuro, nessuno ne ha vinti più di lui a 21 anni – ha detto DjokerNole – ma spero non vinca domenica! Li vinca quando io avrò smesso di giocare!”
E noi invece oggi tiferemo per Jasmine Paolini. La Krejickova secondo me è favorita. E’ più esperta, ha più armi e un talento più puro. Però forse, anche se è stata solida e brava a rimontare Rybakina, non ha lo stesso fuoco interiore che anima la Jasmine di questi tempi. La ragazza che ha conquistato Wimbledon e tutti noi con il suo sorriso, la sua simpatia, la sua genuina umiltà, gioca decisamente meglio quando affronta una tennista che tutti considerano favorita – come le è successo contro la Keys e la Navarro – piuttosto che nella situazione opposta. Contro Vekic quasi tutti vedevano Jasmine vincente e lei ha giocato la sua peggior partita. Si convinca allora Jasmine che la campionessa del Roland Garros 2021 sia favorita…e allora aumenteranno le sue chances di giocare meglio, più serena e sciolta, e di vincere il suo primo Slam nel torneo più prestigioso.
