TRIESTE Un detenuto di 48 anni è stato trovato morto in carcere a Trieste. La scoperta è avvenuta oggi venerdì 12 luglio attorno alle 15.30. Sono stati i compagni di cella ad accorgersene e a dare l'allarme. Vani i tentativi di rianimazione, operati dai sanitari del 118. Dalle condizioni del corpo si presume fosse morto già da almeno due ore.
L’uomo si chiama Zdenko Ferjancic, era di Nova Gorica, ed era in prigione per spaccio. Stando a quanto si apprende, il quarantottenne sarebbe morto per una overdose di metadone saccheggiato dall'infermeria durante la rivolta di giovedì sera.
Nel corso dell'intervento, inoltre, un altro detenuto ha avuto un grave malore. La persona ora è ricoverata nel reparto dell'Unità coronarica del Polo cardiologico dell'ospedale di Cattinara.
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Poco dopo, l'ambulanza ha soccorso ancora un altro detenuto, il terzo.
Dopo le 18 l'ambulanza e l'automedica del 118 sono intervenute per soccorrere un altro detenuto, intossicato dall'assunzione di metadone.
Si tratta dell'ennesimo malore nel giro di poche ore.
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Secondo le prime ricostruzioni, ci sarebbe un collegamento con la rivolta scoppiata nella serata di giovedì 11 luglio e conclusasi dopo alcune ore di grande tensione.
Durante la rivolta, infatti, i detenuti hanno letteralmente saccheggiato l'infermeria e altri ambienti del carcere rubando le riserve di metadone custodite all'interno. E molti, in queste ore, hanno abusato della sostanza.
Stando a quanto si apprende, il quarantottenne sarebbe morto per una overdose. Ma sarà l'autopsia a stabilirlo.
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La rivolta è scoppiata nella serata di ieri, giovedì 11 luglio, quando i detenuti hanno appiccato incendi, si sono barricati nelle sale e distrutto quanto trovavano a tiro in segno di protesta.
Sul posto i Carabinieri, Polizia, Guardia di finanza, Polizia locale ed Esercito. Agenti e militari in tenuta anti sommossa. Ben dodici i mezzi del 118, tra ambulanze e automediche.
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Giovedì sono state trasportate al Pronto soccorso 6 persone, di cui 4 con malori, 1 con un’intossicazione dovuta alle esalazioni di fumo e 2 carcerati cardiopatici trasferiti fuori dal Coroneo per sicurezza.
La situazione si è attenuata in tarda serata per concludersi attorno alle undici e mezza grazie alla mediazione del magistrato di sorveglianza, Rosa Maria Putrino, del direttore Graziano Pujia e del cappellano padre Silvio Alaimo.
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