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Jasmine fa la storia (Cocchi, Giammò, Azzolini, Martucci). Provaci ancora Muso (Chinellato). La fantasia di Lorenzo alla prova del leone Nole (Di Caprio)

Favola finale (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Il profumo dei gelsomini è quello che più di tutti richiama la primavera, le belle giornate, il sole. Jasmine “Gelsomina” Paolini ha portato una ventata di gioia, e anche il sole su Wimbledon finalmente libero dalle nubi grigie e dal carico di pioggia dei giorni scorsi. Gelsomina è una combattente dai nervi d`acciaio, solo una così poteva portarsi a casa un match logorante e complicato (non bello) e raggiungere la seconda finale Slam di fila. Prima il Roland Garros, ora Wimbledon. Cose da pazzi, cose da Serena Williams, l`ultima negli ultimi 25 anni a riuscire nell`impresa di giocare le finali di Parigi e Londra nello stesso anno: «Oddio che paragone ingombrante – sorride Jasmine -. Certo, il suo servizio qui mi farebbe proprio comodo… ». In finale troverà Barbora Krejcikova, che ha eliminato Elena Rybakina, e con cui non si incrocia dal 2018. Contro Donna Vekic si era messa molto male, con Jasmine completamente fuori fuoco e la croata che tirava di tutto e di più, risolvendo quasi ogni problema con il servizio. Il 6-2 iniziale non era stato certo un buon auspicio: la numero 1 italiana serviva molto al di sotto delle sue abituali capacità, era molto meno rapida negli spostamenti e stava subendo l`iniziativa della 28enne numero 37 al mondo che mai sui prati londinesi aveva superato gli ottavi di finale. Il secondo set, però, ha mostrato lampi di vecchia Jasmine, ancora troppo poco per staccare la rivale. L`allieva di Furlan è stata brava a cogliere l`opportunità al momento giusto, nel decimo game, per chiudere 6-4 strappando il servizio a Vekic, ma il terzo è stato melodramma: l`azzurra ha ceduto la battuta all`inizio, nella delusione del Center Court, tutto dalla sua parte. Il controbreak nel sesto gioco, però, ha rimesso in sesto la situazione, ma per pochissimo visto che il suo servizio è finito subito nelle mani della rivale, in calo fisico sempre più evidente. Paolini è tornata in parità sul 4-4, guadagnandosi un primo match point sul 5-4. Troppo presto, c`era ancora da soffrire, sudare, pregare: Jasmine ha dovuto annullare due palle break per prendersi il 6-5, Vekic ha trasformato la tensione in lacrime al cambio di campo, ma dopo aver annullato un altro match point, si è guadagnata il tie-break. Paolini è andata sotto 3-1 dopo un doppio fallo, ha rimontato fino al 3-3, ma da lì in poi, con un`estenuante altalena, le due giocatrici non hanno concesso alcun mini-break Fino al 9-8 Paolini, quando la croata ha spedito fuori un dritto e Gelsomina è esplosa di gioia insieme al Center Court e al suo box, con mamma, papà e fratello finalmente liberi dall`ansia dopo due ore e 51 minuti di tachicardia. Un sogno quasi impossibile da descrivere. A Jasmine mancano le parole, la conferenza stampa in inglese è faticosa, ma quando può esprimersi nella sua lingua, è tutta un`altra cosa. Torna il sorriso e la voglia di raccontare queste (quasi) due settimane da libro delle favole, a cui manca soltanto un lieto fine, da scrivere domani con Barbora Krejcikova, campionessa del Roland Garros tre anni fa: «Due finali Slam consecutive, forse nemmeno due mesi fa l`avrei immaginato – sorride l`azzurra -. Anche diventare numero 5 al mondo, è una cosa che solo a dirla mi sembra strana, incredibile. Ma niente accade per caso, c`è stato lavoro, c`è stata fatica. E sacrificio. Non sono una che crede nella fortuna, o nel destino». […] «Ho cercato di accettare che stavolta le cose sarebbero state difficili e che non era semplice ripetere il match dei quarti contro la Navarro. Ero stata praticamente perfetta, ma sapevo che con Donna sarebbe stata complicata, l`ho accettato e ho cercato di andare avanti. Ho fatto amicizia con la sofferenza e, piano piano, ne sono venuta fuori». […]

Paolini da pazzi (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

«Spero che vi siate divertiti, c`è stata tanta tensione in campo. Ora è
il momento di provare a recuperare il più possibile
». Raggiante e incredula, così Jasmine Paolini ha commentato a caldo il successo in semifinale contro Donna Vekic, grazie al quale è riuscita a conquistare la sue seconda finale Slam consecutiva, cosa mai riuscita a nessun tennista italiano. «È stata dura. Lei ha giocato in maniera incredibile. All`inizio ho fatto fatica ma continuavo a ripetermi di lottare su ogni colpo, di migliorare. Questa partita non me la dimenticherò mai», ha poi proseguito nella sua analisi la toscana. E come darle torto. Dopo quella che è stata la semifinale più lunga nella storia di Wimbledon (2h51`), recuperando un set di svantaggio: «Non c`è posto migliore di questo dove combattere per ogni punto – ha ancora aggiunto – Grazie a tutti gli italiani che ci sono, famiglia compresa. Sono grata di averli avuti qui a sostenermi». Tanti i progressi compiuti dall`allieva di coach Renzo Furlan, capace nel giro di pochi mesi di addomesticare due superfici così diverse tra loro come la terra battuta dl Roland Garros e l`erba di Wimbledon (prima azzurra a giocare due finali Slam di fila): «Sento di poter colpire molto forte, ma anche riuscire a muovermi bene in campo per me è molto importante. E poi riesco anche a difendermi. Ho un preparatore atletico che è con me dal 2023 e mi sta aiutando molto. Proverò a portarlo con me il più possibile perché la condizione atletica gioca un ruolo molto importante nel nostro sport, ma anche il restare integri e fare molta prevenzione». E poi, conquista non indifferente, l`esser riuscita a non farsi soffocare dall`emozione di dover giocare in stadi così importanti, di fronte a un pubblico mai così numeroso: «Oggi mi piace giocare nei grandi stadi, mi gratifica tanto vedere tutto questo pubblico assistere ai miei match. E davvero qualcosa di speciale, una splendida sensazione». […] C`è una seconda finale Slam adesso ad attenderla. Sfiderà la ceca Krejcikova, che in tre set ha battuto la campionessa 2022 dei Championships, la kazaka Rybakina, n.4 del mondo. […]

Queen Jasmine (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Quando i match sfidano il paradosso, la risata resta la ricetta migliore per portarli dalla propria parte. Finiranno per scriverlo su una delle molte targhe che raccontano la storia di Wimbledon. E sotto ci sarà la firma di una ragazza un po` ghanese, abbastanza polacca e molto, molto italiana. Jasmine Paolini ha la risata più bella del tennis. […] È una risata fatata, ammaliante, quasi prodigiosa, che potreste seguire come il suono di un piffero magico. Le viene di getto, è la sua porta d`accesso al mondo, e un angolo in cui riparare. Ma non è mai prevaricante, mai smargiassa, mai offensiva, ci mancherebbe altro. È solo una risata alla Jasmine, presa per via diretta da mamma Jacqueline (Gardiner Paolini), che è uguale a lei, tra vent`anni… «Facciamo trenta», dice, guarda un po`, ridendo felice. «L’ho avuta a trent`anni». E di risata in risata racconta di quanto siano uguali, lei e la figlia. «Il tennis me l`ha portata via presto, da un momento all`altro. Ha cominciato, avrà avuto cinque anni, le è piaciuto, non faceva che ripetere gesti, colpi, inventare situazioni, e dall`esultanza che esprimeva vinceva ogni partita. Poi ha conosciuto gli amici del circolo, bravi ragazzi, e non l`ho vista più. Ma lei è una testa dura, ottiene ciò che vuole, quasi sempre. E in questo è uguale a me. Teste dure tutt`e due». Ma ci sono le finali dei tornei più belli e importanti, per ricongiungersi e ritrovarsi. Parigi poco più di un mese fa. Ora Wimbledon. «Sì, ma io non riesco ancora a farmene una ragione», dice mammà, al fianco di papà Ugo («ho rischiato un colpo al cuore», dice soltanto). Però la signora è dilagante: «Ho la testa in subbuglio per questa vittoria che non arrivava mai. Che volete che vi dica, mi sembra una cosa grande, enorme. Magari domattina mi sveglierò presto per dire a tutta la famiglia… Ehi, siamo in finale a Wimbledon. Ma ci devo ancora ragionare». Sì, siamo in finale. Nell`era Sinner, Jasmine Paolini è alla terza finale Slam, due in singolare, una in doppio. E sarà numero cinque in classifica, anche vincendo. Potrebbe arrivare a un passo da Elena Rybakina, quarta, ex campionessa di Wimbledon battuta ieri da Barbora Krejcikova, ex padrona del Roland Garros. Sarà un match difficile contro la ceca, ma lo è stato anche quello contro Donna Vekic, una semifinale giocata sull`orlo di uno strapiombo, chiusa con 118 punti per la croata e 111 per Jasmine. Eppure, in quasi tre ore di rincorse, talvolta vane, a causa del tennis esagerato di Donna, che tira tutto, ma tutto tutto, anche quando non ce n`è bisogno, solo Jas ha avuto i match point per risolvere la sfida. Tre, in un arco di match lungo trentatré minuti, durante i quali la partita è stata rigiocata quasi da capo, sempre in bilico, indecisa verso quale parte indirizzarsi. In quella mezz`ora Paolini ha mostrato di essere ormai una grande giocatrice, perché non ha mollato una palla, nemmeno quelle realmente imprendibili. E ha spinto la croata a sfogare nelle lacrime le proprie frustrazioni di tennista spesso a un passo dalle migliori, mai però in grado di raggiungere una meta importante, come una finale dello Slam. Né un “mille”, come la Paolini ha fatto quest`anno vincendo a Dubai. Ha ventotto anni, Donna Vekic, è riemersa da un ginocchio a pezzi, parla italiano, e gioca come la prima Sharapova. […] La allena Nick Horvat, Pam Shriver le fa da consulente. Nel suo angolo molte tenniste, le amiche, e i genitori, Igor che fu un discreto portiere nel calcio e Brankica, la madre, scatenata più della signora Jacqueline Paolini. Il primo match point Jasmine l`ha avuto alle 15.55 ora locale… Cinque a quattro il punteggio. Risposta smozzicata, palla fuori. Il secondo ha preso forma sul 6-5, ed erano le 16.14. Jasmine se l’è giocato con cura, palla alta per avvelenare le repliche di Donna, ma la croata è stata brava ad approfittare di una pallata profonda, sulla quale Jasmine ha recuperato come ha potuto per poi venire trafitta da una successiva pallata assassina della croata, a un centimetro dalla riga. Poi il tie break (a dieci nell`ultimo set), quasi un corpo a corpo, nel quale Paolini si è staccata sull`8 pari. Il terzo match point è giunto alle 16,28, Jasmine ha forzato i colpi, la replica di Donna ha preso la via per Southfield dove il Tube scarica gli spettatori dei Championships. Tre match point che hanno visto l`italiana accettare i propri errori, e rimettersi in cammino, sempre, ricostruendo pezzo a pezzo l`opportunità di chiudere il match. Ed è stata quella la parte migliore della sua partita, la voglia di farcela a tutti i costi che le è sgorgata dal cuore, il sorriso felice che ha chiuso la disputa. Due ore e cinquantuno minuti, la più lunga semifinale mai giocata a Wimbledon, coté femminile. […] Domani, Barbora Krejcikova, ventottenne di Brno, vittoriosa al Roland Garros 2021, numero uno in doppio dal 2018 e a più riprese. Tennista di scuola ceca, quella dei colpi lindi, avvolgenti. Gli stessi che prima hanno anestetizzato, poi divelto Elena Rybakina, la kazaka che vinse su quest`erba due anni fa. Vittoria contro pronostico, e finale da decifrare. […] Un solo match fra Jas e Krejcikova, vinto dalla ceca, ma lontano sei anni. Agli Australian Open 2018. Quando la Paolini valeva la metà di quella attuale. E se ci pensa, a Jasmine le viene da ridere…

La prima donna (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

Grazie, fantastica Jasmine Paolini, perché domani porti la prima italiana di sempre in finale a Wimbledon ed abbatti l`ennesimo tabù di questo stupefacente Rinascimento del tennis azzurro, bissando la finale dell`8 giugno al Roland Garros, dopo solo mostri sacri come Graf (1999), Serena Williams (2002, 2015, 2016), Venus Williams (2002) ed Henin (2006), col record della semifinale più lunga ai Championships (2 ore 51 minuti). Grazie, perché, come Jannik Sinner e anche Lorenzo Musetti, superi i tuoi limiti e sei un prezioso esempio di umanità semplice e diretta: «Vivo il presente e mi diverto». Grazie, perché lotti a dispetto delle avversità: «All`inizio lei tirava vincenti da tutte le parti e io soffrivo, non ero rilassata, facevo più fatica a muovermi degli altri giorni». Perdi il primo set 6-2, da favorita nel derby contro le 28enni che non ti aspetti, contro l`ex speranza precoce croata Donna Vekic, potente di muscoli ma fragile di nervi, conquistando appena 3 punti, 2 per doppi falli dell`avversaria. Guardi disperata mamma, papà, tuo fratello, coach Renzo Furlan, l`amica-compagna di doppio Sara Errani, ma non intacchi il micidiale servizio avversario: «Mi ripetevo: “Lotta su ogni palla, cerca di migliorare sempre un po` di più, stai servendo davvero male, varia”, ma sull`erba è difficile perché la palla arriva sempre bassa». Come ascoltasse la telecronaca di Paolo Bertolucci. Grazie, piccola-grande Jas, che hai imparato a superare l`handicap dell`altezza (1.63) e hai costruito tutti i colpi sulla velocità di piedi, sulla voglia, sul carattere. Strada facendo hai creduto sempre di più in te stessa e ti sei caricata coi recenti successi: le due finali a Parigi, in singolare e doppio, la scalata in classifica fino al numero 7 del mondo (da lunedì almeno 5). «Gli ultimi mesi sono stati pazzeschi, cerco di concentrarmi su cosa devo fare in campo. Adoro giocare a tennis, è splendido essere qui, giocare in questo stadio è un sogno. Da piccola guardavo tante grandi finali, mi sto godendo questo momento e questo periodo. Ma è davvero incredibile. Non c`è posto migliore di questo dove vale la pena lottare per ogni palla, per un tennista è il posto più bello dove giocare». […] Grazie Jas, perché confermi che i sacrifici e la determinazione meritano un premio. Perché dopo 70 minuti in trincea, ritrovi uno, due, tre risposte e strappi il 6-4 di un set pari, ritrovando il simbiosi il magico sorriso di mamma Jaqueline, mentre papà Ugo salta con William. Grazie, perché nel terzo set recuperi due volte il break contro la croata che spara appena può a tutto braccio per evitarsi di correre, ma fra un punto e l`altro non trattiene le lacrime di tensione. Grazie perché mostri ancora al mondo come lotta un tennista italiano, anche se l`avversaria cancella il match point sul 5-4 con il servizio, anche se le palle-break si alternano minacciose, anche se sul 6-5, la walkiria di là del net annulla un secondo match point con un super dritto sotto rete, anche se al tie-break vai sotto 3-1. Perché poi, sul 9-8, incassi l`errore della Vekic, e fai festa: «Questa partita non me la dimenticherò mai. E` stata durissima, adesso però devo recuperare. Le mie gambe sono stanche». Le serviranno ancora domani, per affrontare in finale la ceca Krejcikova, che ha superato a sorpresa in tre set Rybakina. […]

Provaci ancora Muso (Davide Chinellato, La Gazzetta dello Sport)

Non finirà sicuramente alle 3.07 del mattino come a Parigi, visto che a Wimbledon dopo le 23 locali non si gioca. Ma la semifinale tra Lorenzo Musetti e Novak Djokovic, il secondo match di giornata sul Centrale dopo Alcaraz-Medvedev, promette di essere una battaglia come quella lunga 5 set del Roland Garros. Nole resta «una leggenda che qui a Wimbledon ha fatto qualcosa di impensabile», per dirla come l`azzurro, e ha vinto 5 dei 6 confronti diretti, ma Musetti ha quel terzo turno di Parigi ancora in testa come ultima conferma che può giocarsela anche contro Nole e sognare di diventare il secondo italiano in finale a Wimbledon, dopo Matteo Berrettini edizione 2021. «A Lorenzo piace giocare contro Djokovic» racconta Simone Tartarini, l`allenatore di Musetti da quando aveva 8 anni e mezzo. È con lui che Musetti ha preparato una delle sue sfide più difficili. «Sono un ragazzo ambizioso, a me le sfide piacciono. Proverò a dare tutto» ha promesso. Quello che giocherà la semifinale di Wimbledon per la prima volta in carriera è un altro Lorenzo, anche rispetto alla maratona di Parigi a fine maggio. La sua stagione sull`erba, oltre a questo storico ingresso tra i migliori quattro all`Ali England Club, comprende la semifinale a Stoccarda e la finale al Queen`s, antipasto di questa cavalcata. «Qui a Wimbledon è stato tutto in salita per lui – ha detto Tartarini -: nel primo turno ha giocato malissimo con Lestienne, poi era sotto due set a uno con Darderi, dopo aver perso unbrutto tie-break. Eppure è andato avanti, dimostrando che le cose stanno andando a posto, che sta maturando, che sta capendo che anche sporcandosi le mani riesce a portare a casa le partite e questo gli dà convinzione». […] Il serbo, per gentile concessione dell`infortunio all`anca destra di De Minaur, ha saltato i quarti di finale ma ha testato il ginocchio destro ancora avvolto dal tutore sui parcheggi in salita attorno a Wimbledon, prima di passare all`esame del campo di quel 22enne che gli ha sempre dato battaglia. «Contro di lui Lorenzo ha sempre fatto belle partite – dice Tartarini -: ha vinto una volta, ne ha perse due al quinto, anche in allenamento ci ha spesso vinto perché Nole lo fa palleggiare e a lui piace giocare con la palla. Dovrà impegnarsi tanto se vuole batterlo, anche se è Djokovic».

La fantasia di Lorenzo alla prova del leone Nole (Lorenzo Di Caprio, Corriere dello Sport)

Lorenzo contro Novak, atto settimo. Ha già i contorni di un piccolo Classico del tennis la sfida tra Musetti e Djokovic, che oggi (secondo match dalle 14.30) animeranno il sacro tempio del Campo Centrale per giocarsi un posto nella finale di Wimbledon. L’azzurro, 22 anni compiuti a marzo, proverà a centrare un risultato clamoroso per lo sport italiano, al cospetto del tennista più vincente dell`era Open, Novak Djokovic, 37 anni festeggiati a maggio, e nel solco tracciato da Jasmine Paolini al femminile. I due giocatori giungono all`appuntamento dopo due percorsi piuttosto diversi: Musetti ha sfruttato come meglio non poteva un
buon tabellone, lasciando sempre almeno un set per strada ma alzando il livello del proprio tennis di partita in partita. Nel match di quarti contro Fritz, infatti, il carrarino ha sfoderato la sua miglior prestazione, ricorrendo a tutte le tante e belle armi del proprio repertorio per contrastare la potenza dello statunitense. Djokovic, di contro, si è reso protagonista dell`ennesima impresa della sua carriera: a poco più di un mese dall`operazione al menisco che aveva anche messo in serio dubbio la sua presenza nel torneo londinese, il serbo è riuscito a centrare la 49a semifinale Slam (senza correre alcun rischio) per poi approfittare del ritiro di Alex de Minaur nei quarti di finale. L’ultimo precedente, 5-1 Djokovic il bilancio complessivo, è ancora vivo nei ricordi degli appassionati e si è giocato poche settimane fa nell`ultimo torneo disputato dal numero due del mondo, il Roland Garros. Si è concluso in cinque set e ha visto lo stesso Djokovic prevalere dopo una lunga battaglia in cui Musetti si era portato persino in vantaggio 2-1: in quell`occasione, il giocatore allenato da Simone Tartarini sembrava addirittura essere in controllo prima di subire il furioso ritorno dell`avversario e soccombere senza opporre troppa resistenza nel parziale decisivo. La sensazione è che Musetti sappia come far male, ha dimostrato in più occasioni di riuscire a fare partita pari per lunghi tratti dell`incontro, ma debba riuscire a garantire una continuità ancora al di sopra dei suoi standard per avere effettivamente la meglio. Chissà se i prati più prestigiosi al mondo possano invertire la tendenza: si tratta del primo Djokovic-Musetti sul verde e questo apre a degli scenari nuovi, nelle trame di gioco e nella lettura dei momenti decisivi. Se da una parte questa superficie risulta essere ben più affine al pluricampione di Wimbledon, dall`altra potrebbe esaltare ancor di più l`estro e l`imprevedibilità alla base del tennis di Musetti. […]

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