Un’aggressione sessuale improvvisa e choccante, quella che ha subito una ragazza quindicenne nel Miranese. Mentre passeggiava in un parco assieme a un amica, hanno incrociato per strada un trentenne cittadino moldavo residente in zona, che le ha subito apostrofate con un “Ciao belle”.
Le due amiche tirano dritto, ma poco dopo si separano. E lui fa scattare l’agguato - neppure il tempo di allungare il passo - l’uomo afferra, infatti, la ragazza per il bacino e la solleva da terra.
Il capo d’imputazione racconta una scena violenta e, quasi, surreale: «Se la caricava sulle spalle e la portava nei pressi di una palazzina dove diceva di abitare e dove, fatta scendere, le intimava di aspettarlo. Poiché invece la ragazzina tentava di allontanarsi, lui la raggiungeva, la bloccava e la abbracciava conducendola, contro la sua volontà, in un parco dove di nuovo la palpava sul seno».
Un uomo di trent’anni e una ragazza di quindici, che ha urlato e cercato di divincolarsi, gridandogli che era minorenne, togliendosi dal seno e dai genitali le mani di lui. Momenti di terrore. Poi la fuga liberatoria.
Era il 23 luglio 2023.
La ragazza va diretta a denunciare quanto accaduto dalla Polizia, lo identifica e così l’uomo viene fermato.
Scatta il Codice rosso e il moldavo - sposato, regolarmente in Italia, con un lavoro - viene raggiunto da un ordine di allontanamento disposto dal Tribunale, che però lui viola e così arrivano gli arresti domiciliari. Ma solo per qualche mese, poi è di nuovo libero, ma non diventa meno pericoloso.
Ad ottobre, infatti, una nuova aggressione, questa volta a bordo di un autobus, dove la ragazza ha la sfortuna di incrociare nuovamente l’uomo. E lui non ci pensa su un attimo e con un movimento che viene definito «repentino», le incolla il suo corpo alle spalle, premendole i genitali contro.
Violenza sessuale aggravata dalla minore età della vittima, che si è costituita parte civile con l’avvocato Lombardo, l’accusa della quale è chiamato a rispondere l’uomo.
Ieri l’udienza per il rinvio a giudizio, davanti alla giudice Artita, si è risolto in un rinvio al 18 luglio, a causa dell’astensione dalle udienze (solo per quelle senza detenuti) dei legali della difesa, Clementi e Butacu.