“Inutile, superlfuo, ectoplasma”. Signori stiamo parlando di Francois Hollande, ex presidente di Francia, così appellato in un ritratto al vetriolo di Domenico Quirico sulla Stampa. Lo scrittore ed editorialista si interroga sulla strana resurrezione dell’ex presidente socialista che concluse ingloriosamente il suo mandato, sia dal punto di vista politico che personale, travolto dal gossip. Francois Holland, incolore, grigio, è stato riportato alla ribalta politica da questo “pasticciaccio” istituzionale in cui si sta dibattendo l’Eliseo. Una facccenda che ci restituisce una figura improbabile. “Qual è la eredità di un uomo politico come Francois Hollande?”, si chiede con sorpresa Quirico in un articolo ironicamente delizioso in cui stronca l’ex presidente. Inizia da un’immagine poco edificante di anni fa.
“La sua eredità politica è un motorino, anzi un Piaggio a tre ruote”, sul quale le cronache lo immortalarono: “strumento di presidenziali viaggi adulterini alla maison di tal charmante Julie Gayet, se ben ricordo di professione attrice”. Uno scandalo sessuale ne decretò la fine. “Come ha fatto un tipo così ovvio grigio inutile superfluo, ectoplasma privo di qualsiasi qualità, a diventare presidente della quinta, sesta, ottava potenza del mondo o giù di lì? Tanta gente in Francia se lo chiede ancora oggi tutti i giorni”, scrive Quirico tracciando un profilo politico molto modesto – per usare un eufemismo – di Hollande. Quirico lo definisce un “pressappoco”, un “ramo secondario”, una “sottomarca”. Non si spiega come abbia fatto “a scalare la vetta del potere”.
E’ stato il “becchino” del partito socialista francese: “Ha annientato in appena cinque anni di presidenza il Partito socialista”, scrive l’editorialista. E ora, “Come è possibile che si riparla di lui come possibile candidato di mediazione alla carica di primo ministro per tenere in piedi le frattaglie di un altro mediocre, Macron?”. La sua è stata una parabola politica modesta. Non si è ricandidato nel 2017 ma non per discrezione del potere, semplicemente perché non lo avrebbero votato, con un partito glorioso e venerabile che aveva ridotto a una cripta dalle ombre fitte, con dentro nessuno”. Dunque, ora vederlo a braccetto con Macron fa cadere dalla sedia. “Chi l’avrebbe detto? Il miracolo delle desistenze e dei ritiri lo ha riportato all’Assemblea nazionale dal suo vecchio feudo, si fa per dire, della Corrèze”.
Lo spettacolo ancora più inquietante (e ridicola) è osservare le “riverenze” che gli stanno rivolgendo. Se la ride Quirico, da attento osservatore: ” Avete visto come gli fanno festa i neo eletti della resurrezione gauchista; affascinati dal moto delle sue mani grassocce che, se non fosse laicissimo, diresti allenate al rosario?”. La domanda iniziale: come è stato possibile riesumarlo tra i “salvatori delle patria” ha una sola, melanconica, risposta: “La memoria umana soprattutto in tema di spiacevolezze è davvero labile e ritrosa”.
L'articolo Hollande “inutile ectoplasma”, una “sottomarca” al servizio di Macron: ritratto al vetriolo di Quirico sembra essere il primo su Secolo d'Italia.