Abitava a Cinto Caomaggiore ed era originario di Udine il camionista morto lunedì 8 luglio lungo l’autostrada A1 nel Bolognese, nel tratto tra Casalecchio di Reno e Sasso Marconi, in direzione di Firenze.
Massimiliano Cavallaro, 46 anni, viveva nella zona di via Aldo Moro a Cinto ormai da diversi anni. Era nato a Udine, dove era cresciuto nella parte Est della città. Poi il matrimonio, infine il trasferimento a Cinto, vicino all’azienda di trasporti per cui lavorava.
«E’ come se fosse morto mio fratello», si è sfogato il titolare dell’attività, contattato dai carabinieri e dal Comune di Cinto. Resta la disperazione di una famiglia che si è ben integrata in paese.
«La situazione è molto grave. La vittima infatti lascia due figli in tenerissima età», fa sapere il sindaco Gianluca Falcomer, «Sono stato contattato dai carabinieri che mi hanno informato della notizia. Da quel momento ci siamo subito attivati per dare sostegno alla sua famiglia».
Max lascia anche la moglie e diversi altri parenti.
L’incidente è avvenuto attorno alle 21 di lunedì 8 luglio: il tir condotto da Cavallaro si è ribaltato al km 209 dell’A1, al bivio tra il raccordo di Casalecchio e Sasso Marconi, in direzione Firenze.
Per il camionista non c’è stato nulla da fare: è morto sul colpo dopo essere stato sbalzato violentemente fuori dall’abitacolo. Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia stradale per effettuare i rilievi e ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente. Necessario anche l’intervento dei vigili del fuoco e degli operatori sanitari del 118 con un’ambulanza e un’automedica.
Lo schianto è avvenuto in prossimità di un cantiere: su questo punto, Autostrade per l’Italia ha subito chiarito in una nota come il cantiere fosse «correttamente installato e segnalato».