Corona il suo percorso di studi con il diploma alla veneranda età di 76 anni. Santa Giulia Simonato, una donna di San Michele al Tagliamento, ha conseguito il diploma di operatore sociale e sanitario all’Isis Luzzatto di Portogruaro e ora annuncia di volersi iscrivere alla facoltà di Psicologia di Trieste.
Le notti di sacrificio si sono tradotte in quel diploma che la donna sognava dal 1962. «Ora non mi voglio fermare. Frequenterò a Trieste la facoltà di Psicologia. Mi iscrivo all’università».
Simonato ha lavorato alla reception di varie strutture alberghiere ed è molto attiva nel settore del volontariato.
Ha alternato i suoi studi, dal post pandemia in poi, all’occupazione di volontaria per la Croce rossa italiana.
La neo diplomata, e si spera futura dottoressa, racconta come si sia fatta praticamente dal niente e di come a quei tempi doveva fare i conti con varie ristrettezze.
«Ho cominciato a lavorare fin da giovane e mi ricordo che i miei genitori, le mie stelle, mi hanno sempre incoraggiata sia a studiare che a lavorare. I miei non mi hanno fatto mancare niente, ma in casa non c’erano soldi. Nel frattempo io, alternando lavoro e scuola, ho accumulato i miei risparmi. Questo denaro serviva per darmi modo di proseguire negli studi».
Poi c’è stato un imprevisto. «Un giorno – ricorda – mio padre in lacrime mi disse che questa piccola dote serviva per crescere il mio fratellino più piccolo. Così sono andata subito a lavorare».
Il fatto di non aver più potuto andare a scuola per lavorare ha rappresentato la molla poi per rimettersi sui libri. Dopo la pensione la donna ha accudito la madre, fin quando non è mancata nel 2021 all’età di 99 anni.
Proprio la madre l’ha ispirata a tornare sui libri. «Ho ripreso il discorso con i miei studi, rituffandomi nei libri tre anni fa e frequentando le scuole serali. ho raggiunto il mio scopo. Ottenendo il mio diploma con il punteggio di 88. Dedico questo successo scolastico ai miei due figli, ma anche se non soprattutto ai miei genitori, da sempre fonte di ispirazione per tutto quello che faccio nella vita di tutti i giorni».
Cosa insegna la sua storia? «A rimettersi in gioco. Mi rivolgo soprattutto ai giovani, che sono i destinatari di un mio pensiero. Non esiste un’età per rimettersi in gioco, si può fare sempre. Non è importante quante volte finisci a terra, ma quante volte riesci a rialzarti. Ed è con questo spirito che affronterò i primi esami universitari».