Negli ultimi mesi, spopola il fenomeno della giustizia fai da te che ha guadagnato sempre più spazio nelle cronache, suscitando preoccupazioni e dibattiti su sicurezza e legalità.
Un caso eclatante è stato quello avvenuto lo scorso anno nel quartiere Quarticciolo a Roma, dove un uomo ha rischiato di essere linciato da una folla inferocita per aver scippato un'anziana. L’episodio, ripreso da numerosi passanti e diffuso sui social media, ha mostrato scene di violenza inaudita, con cittadini pronti a infliggere punizioni fisiche immediate al presunto colpevole.
Questo episodio non è rimasto isolato. Le cronache riportano quotidianamente casi simili in tutto il territorio nazionale, dove vengono denunciati ogni giorno quasi 10.000 reati, che corrispondono a circa 416 per ogni ora, secondo i dipartimenti di Pubblica Sicurezza del 2023. Reati che vanno dai borseggi sui mezzi pubblici e nei luoghi affollati, ai furti di appartamento, a rapine, scippi e violenze sessuali.
La giustizia fai da te sembra essere diventata una risposta comune alla percepita inefficacia delle forze dell'ordine contro la costante minaccia di essere derubati e aggrediti. La crescente frustrazione dei cittadini, esasperati dai continui furti, ha portato a reazioni sempre più estreme, con alcuni che hanno iniziato a ribellarsi e a picchiare i ladri nel tentativo di difendere i propri beni.
Un esempio è quello del romano Cicalone e la sua "Scuola di Botte". Cicalone è noto per i suoi interventi volti a disturbare l’attività dei borseggiatori nelle stazioni metro, interventi che poi vengono postati sui social.
Le cause del fenomeno
Alla base di questo inquietante trend vi sono diversi fattori. La crescente insicurezza e il senso di abbandono percepito dai cittadini alimentano la sfiducia nelle istituzioni. Quando le vittime di crimini vedono che i colpevoli spesso restano impuniti o tornano a delinquere poco dopo l’arresto, la frustrazione cresce. Questa rabbia accumulata esplode in atti di violenza contro i sospetti criminali.Un altro elemento da considerare è l’influenza dei social media. La diffusione virale di video che mostrano cittadini comuni prendere in mano la situazione può creare un pericoloso effetto emulativo, incoraggiando altri a fare lo stesso.
Le conseguenze della Giustizia fai da te
Sebbene possa sembrare una soluzione rapida e diretta ai problemi di sicurezza, la giustizia fai da te è estremamente pericolosa. In primo luogo, essa viola i principi fondamentali dello Stato di diritto, secondo cui solo le istituzioni competenti hanno l’autorità di giudicare e punire i colpevoli. La violenza incontrollata può portare a errori irreparabili, con persone innocenti che rischiano di essere vittime di linciaggi ingiustificati.
«Il senso di “ingiustizia” - assolutamente comprensibile - non può giustificare una “giustizia fai da te”, un far west senza controllo»-commenta l’avvocato penalista Daniele Bocciolini
Quali sono le implicazioni legali?
«Bisogna fare delle doverose distinzioni. Se un soggetto scippa una signora anziana - atto riprovevole per tutti - poi fugge, occorre chiamare le Forze dell’Ordine. Se un cittadino decide di trattenerlo con la forza e “punirlo” sottoponendolo ad un linciaggio, l’uso della violenza non può essere in alcun modo “giustificato” trattandosi di un atto di mera ritorsione, una vendetta che uno Stato di diritto non può tollerare».
Quali sono i casi in cui è consentito intervenire?
«Ci sono pochissimi casi nei quali al cittadino è consentito utilizzare un potere riservato di regola alla forza pubblica. Il primo è quello meno noto: la facoltà di arresto da parte del privato cittadino: l’art. 383 cpp prevede proprio che nei casi di delitti perseguibili d’ufficio ogni persona è autorizzata a procedere all’arresto in flagranza. In questi casi il privato può “trattenere” in arresto il presunto colpevole colto sul fatto solo per il tempo strettamente necessario all’arrivo delle Forze dell’Ordine e senza usare violenza. Sempre ribadendo che l’uso della forza è riservato solo ed esclusivamente alla forza pubblica, l’altro caso nel quale al cittadino privato è delegata la facoltà di farsi “giustizia” è la più nota “legittima difesa”, prevista dall’art. 52 cp che non necessariamente coincide con la “giustizia fai da te”. Devono, infatti, sussistere determinati presupposti per poter rendere non punibile l’azione criminosa. Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa».
A parlarci della giustizia fai da te come un fenomeno in crescita è lo scienziato sociale Antonio Tintori Responsabile gruppo di ricerca MUSA-CNR.
Cosa può dirci della giustizia fai da te?
«Il fenomeno della giustizia fai da te è un argomento molto delicato e pericoloso, acuitosi ulteriormente dopo la pandemia di Covid-19.Durante questo periodo, molti cittadini hanno perso la sicurezza che davano per scontata, portando a reazioni devianti e irrazionali sul piano comportamentale. La perdita di sicurezza ontologica ha messo in discussione molte delle certezze quotidiane, compresa la sicurezza personale.La fiducia sistemica verso le istituzioni ha subito un ulteriore declino è venuta meno, creando una deriva pericolosa».
Che ne pensa degli ultimi fatti di cronaca?
«Le ronde per strada a Roma, ad esempio, sembrano essere una rivalsa contro un nemico immaginario, socialmente costruito, un fenomeno che si verifica soprattutto in contesti socio-culturali ed economici più deboli, e si alimenta di un tessuto sociale maggiormente manipolabile. I social media giocano un ruolo cruciale nel fomentare questo fenomeno, diventando i contenitori principali di video e testimonianze di giustizia fai da te. Questi mezzi di comunicazione fungono da vere e proprie piattaforme di reclutamento, dove le azioni di giustizieri improvvisati vengono esaltate e condivise viralmente.Stiamo assistendo a un impoverimento culturale della società, dove la mancanza di fiducia nelle istituzioni si traduce in comportamenti violenti e illegali».
Come andrebbe affrontato questo fenomeno?
«La risposta della società a questo fenomeno dovrebbe essere un’azione che guarda al lungo periodo, attraverso una maggiore attenzione educativa verso le scuole dell'obbligo, la formazione degli educatori, e la sensibilizzazione dii giovani e non solo sulla pericolosità e l'illiceità della giustizia fai da te.Invece difficoltà economiche e sociali, aggravate dalla pandemia, hanno contribuito a creare un clima di insicurezza. In contesti socio-culturali più deboli, la risposta alla criminalità percepita è spesso la giustizia fai da te. Per contrastare il fenomeno della è essenziale nell’immediato adottare strategie come una campagna di sensibilizzazione per educare la popolazione sui rischi legali e sociali della giustizia fai da te, contrastare l’esigenza del nemico su cui sfogarsi e promuovere le vie legali come la migliore soluzione per affrontare i reati».