MONFALCONE Il balzo in Europa di Anna Cisint ha spalancato scenari che altrimenti a Monfalcone si sarebbero visti col cannocchiale, nel lontano 2027. L’anticipo l’ha reso il gol con colpo di tacco – dodici, se si tratta della sindaca dimissionaria – nella rete di Bruxelles. Ma quel successo non ha colto del tutto in contropiede il centrosinistra: da tempo si preparava all’eventualità di una prima vera campagna elettorale, le amministrative 2025, con la leghista in panchina, senza più la fascia da capitana e anzi a vestir la maglia di papabile assessore semplice. Di qui la fitta agenda di incontri con la cittadinanza da tempo intrapresi e le cabine di regia tra alleati. Eppure, alla proclamazione degli eletti europarlamentari, di fatto il centrosinistra si trova (come sempre) a misurarsi sulle candidature. Una partita, qui, che ha poco di calcistico, molto delle tattiche da scacchista.
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Infatti il Pd, indipendentemente dal nome di spicco pronto a scaldare i muscoli – quell’Enrico Bullian che fin qui le ha azzeccate tutte – e della figura disponibile a presentarsi non come un aspirante sindaco di bandiera bensì sotto l’ombrello della più ampia coalizione possibile, punta i piedi e vuole stavolta aprire le mosse. «Ché siamo fin qui stati sempre leali», rimarca con l’evidenziatore fluo il segretario Gianfranco Pizzolitto.
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Della serie: ora tocca a noi. Sullo sfondo, però, il rischio delle primarie a settembre. Scarsamente memore dell’11,4% – il minimo storico – toccato appena due anni fa all’ultima tornata amministrativa, anzi pienamente galvanizzato dalla remuntada di Elly Schlein al voto europeo, dove ha raddoppiato l’appeal e raccolto in città il 22,1% delle schede, il Partito democratico esibisce così almeno due nomi “interni” da proporre alla competizione comunale: la capogruppo in aula Lucia Giurissa e l’ex assessore alle Finanze Marco Ghinelli. Un profilo, quest’ultimo, spesso tirato in ballo, ma fin qui mai per davvero nell’agone.
L’altro aspetto saliente è il nuovo assetto prog-dem, all’insegna del rinnovamento. La novità in discussione è una sorta di fusione del gruppo consiliare Pd con l’area progressista, dove il civico Davide Strukelj, che sempre nel 2022 si era presentato come indipendente, senza apparati alle spalle, potrebbe presto accasarsi, magari pigliando la tessera del partito. Particolare che lo abiliterebbe alla corsa al Municipio. C’aveva già provato, ma alle primarie era arrivato terzo, cioè ultimo, dopo Cristiana Morsolin e l’avvocato Riccardo Cattarini. Sicché Officina di ideali - Progressisti per Monfalcone, la sua lista, alle comunali aveva incassato 276 voti, il 3,57%. Strukelj, insomma, potrebbe essere l’anti-Fasan o l’anti-Garritani (a proposito, chi si candiderà a centrodestra? Un aspirante sindaco leghista o meloniano?).
Non è detto però che gli alleati la prendano bene. E non tanto per il legittimo diritto del primo partito all’opposizione di porre le sue candidature, ma a causa dei nomi avanzati, che – dicono le gole profonde – non avrebbero la caratura di un Bullian, politico in ascesa e considerato più ostico pure dalla maggioranza.
Tradotto: se il Pd avesse avanzato un nome del calibro di Diego Moretti, altro macinatore di preferenze isontine, pure consigliere regionale, nessuno avrebbe avuto da obiettare. Ma così non è stato, anzi a Moretti, il circolo cittadino, manco l’ha chiesto, il “beau geste”. Né tanto meno ha scomodato, giusto per buttar lì un nome, Giorgio Brandolin, altro usato sicuro da cui ci si attenderebbero degne performance. E pur vero che di mollare la presidenza del Coni, dove da ex calciatore si sente a suo agio, non ci pensa nemmeno, ma il fatto di non aver neppure avuto il moto di chiederglielo fa serpeggiare dietro le quinte la domanda: la sinistra vuole davvero provare a vincere?
Che discorsi, sbuffa Pizzolitto al volante del camper, in ferie dalle parti dell’Andalusia: «Abbiamo più nomi da avanzare. E anche quello di Davide, perché no? Credo sia una ricchezza vantare più figure. Oltretutto trovo naturale che il partito con oltre il 20% dei consensi dica la sua: diversamente non sarebbe esaltante». Quanto allo sposalizio progressista «abbiamo un patto con loro e una convergenza programmatica in essere da diverso tempo». «Adesso il Pd è centrale – sempre l’ex primo cittadino –, spetta a noi delineare degli obiettivi e vediamo quante persone ci verranno dietro. Siamo stati leali in passato e ora è il nostro turno di esprimere i nomi, tutti validi, che valuteremo con gli iscritti».
Il Pd quindi vuol dare le carte. Ma poi dipende anche da cosa si ha in mano. L’area più a sinistra del centrosinistra sente di avere un asso: Bullian. «Bisogna candidare qualcuno in grado di vincere, la necessità è di allargare, avvicinare più forze, ottenere visibilità. Ed è per questo che si deve andare oltre il perimetro del 2022 – sostiene Alessandro Saullo (La Sinistra) –: è vero che in campo ci sono più persone in gamba, ma la logica non può essere la stessa della precedente competizione. Se abbiamo un Bullian che detiene una lunga striscia di vittorie, perché non provare a chiederglielo? E non come candidato di bandiera, ma costruendo assieme un percorso civico, che unisca tutti: lui è in grado di raccogliere entusiasmo nel nostro elettorato».
E Moretti che ne pensa? Centellina le parole: «Si deve andare oltre le solite soluzioni, perché questa che si è aperta è un’occasione d’oro, con Cisint in Europa. L’obiettivo dev’essere vincere o arriverà un’altra batosta». Urge una personalità di livello anche per «calamitare il Terzo polo». E soprattutto un confronto, magari con la segretaria regionale Caterina Conti.
C’è fibrillazione pure dalle parti della maggioranza. Movimenti si registrano a centrodestra, nella sfera moderata. Per esempio i bene informati riferiscono di un corteggiamento in corso tra Forza Italia e Ciro Del Pizzo, democristiano, presidente consiliare, mentore della civica cisintiana. Una bella pensata, peraltro: la lista Cisint per Monfalcone sbaragliò regalando un peso ancor più schiacciante alla sindaca bis, tessera Lega. E pazienza se ora diversi esponenti sono diventati salviniani: di certo non si potrà imputare a lui d’aver eventualmente sparigliato le carte.
Nulla di ufficiale, ancora. Si attende la visita di Sandra Savino in città. Del Pizzo potrebbe convincersi a spiccare il salto nel partito in ascesa (a livello nazionale). Qualcuno lo vedrebbe bene come referente di Fi per gli enti locali, chissà. In quel caso, potrebbe incidere sulle candidature a destra.
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