Stritolato dal carro miscelatore: ora servirà l’esame del Dna per riconoscere ufficialmente Gianni Zanetti, l’imprenditore agricolo di 52 anni, morto tragicamente domenica nella sua azienda agricola mentre stava preparando il cibo per il bestiame.
In queste ore è stata ricostruita la dinamica dell’ennesimo incidente sul lavoro: come ogni giorno la vittima si era recata nella stalla di proprietà, che si trova in via del Confine a San Martino di Lupari, per accudire gli animali.
Giunta l’ora di pranzo, uno dei fratelli – impegnato poco distante nello sfalcio dell’erba – aveva raggiunto l’allevatore per rientrare insieme a casa.
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Arrivato davanti al carro miscelatore, ha però notato che il macchinario era in funzione senza la presenza del familiare.
La preoccupazione si è trasformata presto in orrore: ha cercato di mettersi in contatto con il fratello, ma il suono del cellulare proveniva proprio dall’interno della macchina agricola, che ora è sotto sequestro.
Il drammatico incidente ha scosso profondamente la comunità locale, dove la famiglia Zanetti è molto conosciuta anche per l’attività di macelleria che gestisce da una quindicina di anni in via Leonardo, a due passi dall’abitazione. Il decesso di Gianni Zanetti rappresenta il quinto incidente sul lavoro nell’Alta Padovana in appena sette giorni.
Massimo, il fratello minore della vittima, non si dà pace: «Gianni era molto scrupoloso, era lui che insegnava agli altri come utilizzare le varie attrezzature. Per questo crediamo sia stato vittima di un malore. Era un grande lavoratore, nell’azienda agricola di via del Confine si era ricavato pure una stanza dove spesso dormiva. Era meticolosissimo e ligio alle norme, non faceva nulla se non era scritta».
Quali erano le sue condizioni di salute? «Da poco si era sottoposto ad una visita medica perché collaborava per conto terzi e non era emerso nulla di particolare».
La scansione oraria del dramma: domenica 7 luglio si trovava nell’azienda agricola assieme al fratello Andrea, che era impegnato a 800 metri di distanza. «Stava tagliando l’erba», spiega Massimo.
Alle 11.15 Gianni era al carro miscelatore con la mascherina, poi è arrivato un suo collaboratore e hanno chiacchierato per una ventina di minuti. Il vuoto è tra le 11.45 e le 12.15 quando Andrea è andato a chiamarlo per tornare a casa e pranzare.
«Il macchinario era in funzione ma Gianni non c’era. Ha spento il macchinario, l’ha chiamato al cellulare e ha sentito il suono del telefonino provenire dall’interno della macchina agricola».
Si è sentito gelare dal terrore e ha lanciato l’allarme, purtroppo non c’era più nulla da fare.
Il 52enne di San Martino di Lupari era il riferimento, il cardine dell’impresa familiare: l’azienda era stata fondata negli anni ’70 da papà Marcello, che è mancato nel 1995.
Da allora Gianni – che aveva maturato competenze da meccanico avendo lavorato in un’officina – insieme al fratello maggiore aveva preso in mano le redini dell’impresa di famiglia, con anche il sostegno di mamma Lucia e dei due fratelli più piccoli.
La data del funerale non è ancora fissata.