UDINE. Non è una statistica puntuale: per elaborarla sono necessari i dati che le forze dell’ordine divulgano solitamente all’inizio dell’anno e che permettono anche un raffronto sul trend dei reati.
Le cronache però raccontano tanto: basta sfogliare, andando a ritroso, le pagine del nostro quotidiano, per rendersi conto della frequenza con cui hanno trovato spazio fatti di quella che in gergo giornalistico si chiama “cronaca nera”.
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Sei mesi che contemplano due omicidi (quello di Capodanno, con l’aggressione costata la vita a Ezechiele Mendoza Gutierrez e quello di Shimpei Tominaga), accoltellamenti tra giovanissimi (come quello di vicolo Brovedan, a maggio), ma anche pestaggi tra ragazzini, risse, anche aggressioni impressionanti perché totalmente sconsiderate, come quella che in Borgo stazione ha coinvolto una mamma e i suoi due bambini.
L’anno è cominciato malissimo, con un inquietante episodio di sangue il primo giorno del 2024.
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Al Laghetto Alcione, nelle battute conclusive del veglione di Capodanno, perde la vita Ezechiele Mendoza Gutierrez, 31 anni, operaio di Campoformido originario della Repubblica Dominicana, dopo una colluttazione con un connazionale, Anderson Vasquez Dipre, 34 anni, che lo colpisce al collo con lo stelo di un bicchiere rotto. La questura, dopo quell’episodio, aveva deciso di chiudere per due mesi il locale.
L’11 gennaio alla Cavarzerani scoppia una rissa, che costringe tre stranieri di 26, 27 e 35 anni a ricorrere alle cure del Pronto soccorso. Una settimana dopo, in via Cosattini, scoppia una violenta lite familiare, con un uomo colpito con un corpo contundente e portato in ospedale.
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L’8 febbraio una ragazza denuncia di essere stata aggredita da un gruppo di giovani all’esterno della discoteca B!Side di viale Vat, chiusa per quattro giorni dal questore Alfredo D’Agostino dopo l’episodio.
Non è rimasto immune da violenze il centro. Venerdì 16 febbraio tra via Poscolle e via del Gelso scoppia un parapiglia tra il conducente di un Suv e un gruppo di giovani stranieri: un diverbio che sfocia in una rissa, con lancio di bottiglie e bicchieri.
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Il giorno dopo due studenti del Malignani sono venuti alle mani al culmine di una lite all’esterno dell’istituto: uno dei due ragazzi si è ferito al labbro ed è finito all’ospedale.
Il 10 marzo i telefonini di residenti e passanti registrano in piazza Libertà una maxi-rissa, che vede coinvolta una quindicina di ragazzi, che per interi minuti si sono presi a calci, pugni e schiaffi. Due i giovani identificati dalle forze dell’ordine. A scatenare il caos sarebbe stato il furto di un cellulare.
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La settimana prima in galleria Bardelli sette sedicenni sono stati rapinati da un gruppo di giovani, che sono riusciti a portarsi via denaro contante e un paio di cuffiette bluetooth. Lo stesso giorno un ragazzo è stato costretto a consegnare a un coetaneo un giubbotto da mille euro, poi recuperato da un carabiniere fuori servizio.
In più di un episodio sono rimasti coinvolti anche i minori stranieri non accompagnati ospitati nelle comunità d’accoglienza attive in città. E anche all’interno delle stesse strutture si sono verificati casi di intemperanze che hanno costretto gli operatori a coinvolgere le forze dell’ordine.
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Il 29 febbraio due giovani ospiti alla Casa dell’Immacolata finiscono in ospedale con ferite all’addome e al braccio, esito di un’aggressione legata a un furto di un telefonino. Un mese dopo è ancora una ruberia (di nuovo un cellulare) a innescare una nuova rissa che, partita in Borgo stazione si è trascinata fino alla struttura di via Chisimaio. Di cui le cronache sono tornate a occuparsi martedì scorso, quando un giovane è stato arrestato per aver spintonato un poliziotto. Il casus belli? Il solito, il furto di un cellulare.
Il 14 aprile in piazza San Giacomo si fronteggiano due ragazzi, sotto lo sguardo allibito degli avventori dei bar: quelli che puntano la telecamera dello smartphone sulla scena vengono minacciati. Una settimana dopo due ventenni denunciano di essere state minacciate in piazzale XXVI Luglio.
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Inquietante quanto accaduto mercoledì 15 maggio, quando un trentaquattrenne pakistano si accanisce contro un’utilitaria parcheggiata in viale Leopardi, davanti alla gelateria Morettino: sfonda il cofano, gli specchietti, poi infrange con un ombrello il lunotto. All’interno ci sono due bimbi. Tre giorni dopo, sempre in viale Leopardi, l’ennesima rissa, con annesso lancio di bottiglie.
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Il 18 maggio è il giorno dell’accoltellamento in vicolo Brovedan, una spedizione punitiva a tutti gli effetti, che coinvolge due gruppi arrivati dal Veneto. Un quindicenne kosovaro resta ferito gravemente, colpito da due coltellate. Nelle stesse ore un giovane viene accoltellato tra via Giusti e via Carducci.
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In via Manin il 14 giugno un gruppo di tre ragazzi rapina un ventenne di Feletto, portandogli via cellulare e contanti.
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Il resto è cronaca dei giorni scorsi: nella notte di sabato 22 giugno la drammatica aggressione a Tominaga, in un kebab di via Pelliccerie, con il cinquantaseienne giapponese colpevole solo di aver tentato di fermare la furia di un gruppo di giovani che voleva colpire un ragazzo ucraino.
Lo stesso giorno, l’accoltellamento di Randi Salvador Torres Castro in via Roma. Martedì 25 in viale Trieste una giovane resta ferita mentre tenta di opporsi al furto del suo monopattino.
Tre giorni dopo un residente di via Valdagno viene aggredito sotto casa da un gruppo di ragazzi e poche ore prima un dipendente della pizzeria Alla Lampara è malmenato in piazzale Diacono.
E, mercoledì 3 luglio, un nuovo episodio di sangue in piazza Primo Maggio, con un ventiduenne pakistano raggiunto da un fendente alla spalla.