foto da Quotidiani locali
I plateatici? Saranno «a punti». È la suggestione che ha scelto Ca’ Farsetti per spiegare le novità del Cup, il canone patrimoniale unico.
La proposta era già stata presentata lo scorso aprile dagli assessori al Commercio Sebastiano Costalonga, al Bilancio Michele Zuin e alla Sicurezza Elisabetta Pesce. Ora, la giunta ha licenziato la delibera di Consiglio. «In sostanza, c’era un “bug”, una falla nella norma per cui chi subiva il ritiro del plateatico riusciva a creare una nuova società attraverso cui fare di nuovo richiesta dello spazio per tavolini e sedie all’aperto», spiega Costalonga. «Abbiamo cambiato la norma: la sanzione va all’autorizzazione».
In questo modo, si elimina anche sul fronte dei plateatici il fenomeno dell’«apri-chiudi».
La seconda novità riguarda una scala più ampia di sanzioni accessorie: se non si rispettano le regole di occupazione dei plateatici sforando il 10 per cento, agli attuali tre giorni di sospensione (che arrivano dopo sanzione e diffida) si aggiungono, in caso di ulteriori reiterazioni delle violazioni, 7, 15, 60 giorni di sospensione, per poi arrivare alla revoca della concessione.
«La volontà è quella di convincere chi non rispetti le regole, attraverso sanzioni in crescendo che diventino via via anche estremamente pesanti, a rientrare in una logica virtuosa», sottolinea il delegato all’Avvocatura civica Paolo Romor.
«Sarà una cosa progressiva, a “step”», aggiunge Costalonga, «La parola d’ordine è educare». In parallelo, Ca’ Farsetti sta continuando con la verifica delle concessioni perché siano conformi ai regolamenti: «Abbiamo già scremato tantissimi casi», sottolinea Costalonga.
Ora il regolamento passerà al vaglio delle commissioni consiliari e sarà poi sottoposto alla discussione e al voto in Consiglio comunale.
«Vedremo come funzionerà al momento dell’applicazione», sottolinea Ernesto Pancin, direttore dell’Aepe, «non è una situazione facilmente codificabile, può esserci il rischio di far male alle aziende».
La misura è vista di buon occhio da Confesercenti, che si riserva di chiedere alcuni chiarimenti.
«Condividiamo lo spirito, per la tutela della concorrenza e il contrasto di quella sleale», afferma Alvise Canniello, direttore Confesercenti Venezia Rovigo, «quando avremo il testo capiremo meglio se la sospensione del plateatico avviene solo in caso di allargamento di metri quadrati o anche per l’uso scorretto, per esempio, delle lavagne». Confesercenti auspica anche che si prosegua, come sta facendo Ca’ Farsetti, sulla strada della pianificazione attraverso i pianini, ovvero con la creazione di aree di tutela ad hoc.
«Sarebbe interessare proporzionare la sanzione a seconda di quanti tavolini si va fuori misura», riflette Claudio Vernier, presidente dell’associazione Piazza San Marco, «per dire, se aumenti del 30 per cento i posti, la sanzione raddoppia. Ben venga il rimedio legale al fenomeno apri-chiudi».
Il nocciolo del problema, in ogni caso, è quello della concorrenza sleale.
«Vale anche sul tema delle assunzioni, dei funghi riscaldanti, di ciò che si può vendere e non», continua Vernier, «la nostra economia si basa sull’individualità, altre aziende sono gestite da una sorta di economia di gruppo per cui è importante occupare territorio, non la persona singola che gestisce un determinato locale. Il connubio da portare avanti dovrebbe essere sostenibilità e legalità».
Per avere una stima dei plateatici in città, Ca’ Farsetti - per i controlli sulle concessioni, aveva inviato circa 1.100 mail ricevendo 800 istanze di rinnovo.
