Nonostante la pioggia continui a rallentarne lo svolgimento, il programma di Wimbledon va avanti e regala partite spettacolari con un sentito ringraziamento da parte degli spettatori. È valso sicuramente il prezzo del biglietto la battaglia culminata al quinto set tra Ben Shelton e Denis Shapovalov, con l’americano uscito vittorioso con il punteggio di 6-7 6-2 6-4 4-6 6-2 dal confronto con il ritrovato canadese. Niente da fare per Cameron Norrie, con il padrone di casa battuto da Alexander Zverev abile a chiudere il match 6-4 6-4 7-6 dopo un infinito tie break nel terzo parziale terminato 17-15.
Giornata sfortunata, invece, per Lucas Pouille costretto al ritiro lasciando campo aperto ad Alex De Minaur che continua la sua corsa. Approda agli ottavi anche Ugo Humbert, sopra 2-1 prima dell’interruzione, che rientra in campo e fa suo il tie break decisivo del quarto parziale contro Brandon Nakashima, andando a chiudere 7-6 6-3 6-7 7-6
A. De Minaur b. L. Pouille
Continua la catena di infortuni in quel di Londra, con Lucas Pouille ultimo a farne le spese e abbandonare la competizione ancora prima di scendere in campo. Il francese, che aveva beneficiato a sua volta del ritiro di Thanasi Kokkinakis nel turno precedente, è stato costretto ad alzare bandiera bianca per un problema nella zona addominale. Il forfait del transalpino consegna il pass per gli ottavi ad Alex De Minaur, che eguaglia attualmente il risultato del 2022.
[16] U. Humbert b. B. Nakashima 7-6(9) 6-3 (5)6-7 7-6(6)
Non una situazione ottimale per entrambi, ma rientrare in campo consapevole di poter chiudere il match era un fardello maggiore per il tennista in vantaggio al momento dell’interruzione. Ne sa qualcosa Ugo Humbert, abile nel volare agli ottavi di finale in una partita spalmata su più giorni a causa della pioggia e che lo vedeva sopra 2-1. Oltre al maltempo il francese ha dovuto vedersela con Brandon Nakashima che ha venduto cara la pelle, speranzoso che quel tie break giocato al rientro potesse sorridergli e portare la contesa al quinto. Così non è stato con il numero 16 del seeding a reagire dopo il primo mini break subito e riportare la situazione in equilibrio sul 3-3. Al cambio campo il transalpino strappa il servizio all’americano e, mantenendo i suoi turni, ha 3 match point a disposizione. Tutti neutralizzati, ma è solo questione di tempo prima di chiudere con il definitivo 8-6 che vale il passaggio agli ottavi.
[14] B. Shelton b. D. Shapovalov (4)6-7 6-2 6-4 4-6 6-2
Shapovalov–Shelton è il match inaugurale di giornata, partita water resistent grazie alla copertura del campo 1. Entrambi i giocatori partono forte con l’americano a concedere per primo palla break, con il canadese timido nell’approfittarne. Nel turno successivo è la volta di Shapo, bravo a neutralizzare tra occasioni di sorpasso americano. Scampato il pericolo di break subito, regna l’equilibrio con i due servizi a farla da padrone e senza che si arrivi neanche più ai vantaggi. Il tie break sembra la naturale soluzione ad un parziale bloccato. Anche il verdetto decisivo sembra seguire il canovaccio dell’intero set, con i due tennisti molto attenti e centrati. Si arriva al 3-3, con il cambio campo e senza l’ombra di un mini break. Lo scambio più bello del set lo porta a casa il nativo di Tel Aviv ed è il preludio allo strappo tanto agognato. Lo statunitense conserva il primo dei suoi turni, sul secondo peroò si scompone e di rovescio colpisce fuori tempo e manda la palla out. Shapovalov ha un’occasione ghiottissima: dipinge il campo con un rovescio meraviglioso che pesca la riga e si guadagna set pont. Vincente di dritto e 1-0 in cascina.
Lo statunitense è chiamato ad una pronta reazione. Ben non si tira indietro e mette subito le cose in chiaro nel game di apertura, con l’avversario al servizio. Palla corta che chiama in avanti il canadese, prima di trafiggerlo per la prima palla break del secondo set. Shapovalov gioca il punto in maniera lucida e la neutralizza alla grande, ma alla seconda opportunità è la tenacia di Shelton a venire fuori per l’1-0. Da qui in poi è un monologo del figlio di Bryan che, punto dopo punto, prende il controllo del match con la pesantezza dei propri colpi che mette all’angolo il canadese, inerme nel subire la controffensiva dell’avversario. Più i meriti di Ben che i demeriti di Denis in un secondo set completamente senza storia, che vede Shapo arrendersi 6-2 nella speranza di poter voltare pagina dopo l’1-1 incassato.
Una reazione era prevedibile ma quello che Shapovalov non si aspettava è la potenza agonistica di un avversario, sì prestante, ma comunque sotto nel punteggio. Il secondo set è linfa per la tenuta atletica di Shelton che preme sull’acceleratore e continua a martellare il canadese che tenta di non farsi sopraffare. Non in apertura, ma il break non tarda ad arrivare perchè nel terzo game l’americano strappa il servizio e prova a bissare la volata del parziale precedente. Nonostante le difficoltà, il numero 121 al mondo rimane attaccato al match quando nel quinto game ci mette tanto di suo per mettersi in pericolo: due doppi falli consecutivi e due palle break per far volare l’americano 4-1. Denis fa e disfa perché tiene il servizio ed evita il doppio break. A poco serve, il tennista di Atlanta, nonostante un solo ace a referto in questo parziale, lascia pochissimi spiragli e senza particolari patemi chiude 6-4 e ribalta la situazione.
La pausa alla fine del terzo set dipinge due scenari opposti: Shapovalov che rientra negli spogliatoi per schiarirsi le idee e Shelton che chiama il fisioterapista per qualche noia al quadricipite destro. E’ il preambolo ad un set a forte tinte canadesi. Shapo rientra in campo con un piglio diverso, verosimile a quello del primo round, e la musica cambia. Nel secondo game, con l’americano al servizio, è da sottolineare un passante di dritto di Shapo che finalmente guadagna una palla break. Shelton non trema e, nonostante la seconda di servizio, tira una fucilata vincente a cui seguono un ace e un’altra bordata per l’1-1. Il furor del figlio di Bryan sembra essersi smussato e il nativo di Tel Aviv, invece, sembra salito in cattedra. Sul 4-3 il canadese continua a minare le certezze del georgiano raggiungendo i vantaggi: Ben fa tutto con lo smash, prima ne sbaglia uno e offre palla break, poi rimedia e la annulla riuscendo a tenere il servizio. La capitolazione, però, è solo rimandata perché quando va al servizio per rimanere nel set viene messo alle strette da Denis che in maniera attenta e aggressiva si procaccia due palle break. Basta la prima per portare il match al quinto dopo che il dritto di Shelton si stampa in rete.
E’ l’epilogo che tutti gli spettatori reclamavano, con un quinto set a decidere le sorti di un match fantastico ricco di spettacolo e colpi di scena, soprattutto per un Dennis Shapovalov ritrovato e che dimostra di saper ancora dire la sua. La barra delle energie del canadese inizia a scemare e l’andamento del parziale non può che essere appannaggio dell’americano. Lo strappo decisivo avviene ancora nel terzo game, con il canadese al servizio. Ben risponde nei piedi di Shapovalov e prova subito ad effettuare il sorpasso, costringendo Shapo a fronteggiare tre palle break. Sulle prime due il canadese muove l’americano come un tergicristallo e porta a casa i punti, sul 30-40 è il rovescio a tradirlo e il classe 2002 sale 2-1 e servizio nel parziale decisivo. Game facile, 3-1. Shapo commette l’ennesimo doppio fallo e il 15-30 è un campanello d’allarme enorme per le sorti del set perché su una difesa mostruosa dello statunitense non riesce a tirare su una volée, concedendo ancora palla break. L’americano è impreciso sul colpo del ko, ma l’appuntamento è solo rimandato con il rovescio del canadese che atterra fuori dando il via all’urlo liberatorio di Ben che sente il traguardo vicino. Il resto è accademia, con Shelton che andrà a giocarsi l’ottavo di finale contro il numero uno al mondo Jannik Sinner.
[4]A.Zverev b. C.Norrie 6-4 6-4 7-6(15)
L’inizio di partita è decisamente speculare ed equilibrato, come da prassi del classico match su erba. Game a zero di Cameron Norrie e game a zero di Alexander Zverev, due game a quindici del britannico e due del tedesco. Punteggio a parte, comunque, il n°4 del mondo ha qualcosa in più – altrimenti non sarebbe il n°4, può legittimamente pensare qualcuno – e il settimo game lo dimostra perfettamente.
Un paio di grandi soluzioni di Sascha gli spianano la strada verso il primo break della partita, arrivato alla terza chance e confermato agilmente sul 5-3. Il padrone di casa è in grande difficoltà, riesce a cancellare un set point nel nono gioco ma dopo poco più di mezz’ora deve cedere. 6-4 in 36 minuti per il finalista del Roland Garros, con uno score che gli sta quasi stretto: nessuna palla break offerta, 77% di prime in campo, 80% di punti vinti con la prima e sei punti persi in quattro turni di battuta.
Anche in avvio di secondo set il servizio di Zverev continua a non fare sconti, con un paio di game tenuti a 15. Norrie fa più fatica a tenere la battuta, ma riesce a rimanere a galla senza offrire palle break. Sotto 3-2, nel tentativo di recupero di una smorzata, Sascha cade malamente e resta a terra qualche istante. Si teme il peggio, con la mente che torna subito a quel drammatico infortunio al Roland Garros 2022, ma fortunatamente pare solo un brutto spavento.
Dopo qualche minuto Zverev torna a giocare, lo fa con un po’ di comprensibile titubanza, ma Norrie non riesce ad approfittarne. Il britannico prova a far muovere il suo rivale, chiamandolo qualche volta in più a rete e sottoponendolo a qualche scatto che, tuttavia, non porta gli effetti sperati. Tutt’altro: sul 4-4 Sascha si inventa un altro paio di prodezze per aprire il game, mentre a chiuderlo ci pensano due regali di Norrie. Il tedesco ringrazia e, dopo un’ora e venti, è avanti di due set.
2-0 sotto contro Alexander Zverev non è il massimo dei punteggi auspicabili, anche per un ottimo giocatore su erba come Cameron Norrie. Il britannico ha un Everest da scalare e prova a far leva sul pubblico, ma non basta. Il canovaccio del terzo set è estremamente semplice, con il tennista in svantaggio maggiormente impegnato a resistere che a rimontare. Il trend è spiegato magistralmente anche dai numeri che rappresentano il tedesco come inavvicinabile al servizio, con inavvicinabile che ha il sapore dell’eufemismo. Sascha perderà solo un punto nei propri turni di battuta, e prima di tuffarsi nel tie break avrebbe anche l’occasione nel nono game di chiudere i conti anzitempo, ma non trasforma una palla break. Il tie break tra il nativo di Johannesburg e il teutonico è leggendario, con ben 32 colpi giocati e con il finalista dell’ultimo Roland Garros a mettere due punti di distanza con il rivale e chiudere 17-15 e 3-0 la contesa.