MAJANO. È uscito di casa pensando, semplicemente, di fare due passi nel centro di Majano prima di pranzo, ma quando è arrivato in piazza, dove già fervono i preparativi per l’imminente festival annuale del paese, è esploso il tributo ai suoi 70 anni. Lo scultore Franco Maschio, gloria majanese e regionale, ha vissuto sabato 6 luglio «la grandissima emozione» di ritrovarsi protagonista di una festa di popolo a sorpresa.
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L’idea è stata dei figli dell’artista, Marco e Federico, la “regia” della Pro Majano, di cui Maschio è stato un attivo componente (per lungo tempo ha partecipato, fra l’altro, alla predisposizione del festival musicale estivo, la cui edizione 2024 si aprirà il 19 luglio) e che al maestro è così legata da aver accolto all’istante la proposta di celebrare l’importante ricorrenza del settantesimo compleanno nel cuore dell’abitato, chiamando a raccolta tutte le persone che stimano Franco Maschio e ne apprezzano il lavoro.
«Davvero incredibile, sono commosso: una meravigliosa improvvisata», ha dichiarato il talento nostrano poco dopo il suo arrivo nel piazzale, ancora travolto dall’onda degli auguri, delle strette di mano, dei complimenti per il bel traguardo e per il segno che ha saputo lasciare nel mondo dell’arte.
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«È una gioia e un privilegio – ha aggiunto – ricevere una simile dimostrazione di affetto dalla mia Majano. Ho sempre nutrito – ha aggiunto – un fortissimo senso di appartenenza al Friuli, e adesso constatare quanti amici mi circondano mi riempie di profonda riconoscenza. È il più bel riconoscimento per la mia esperienza professionale, che ha occupato gli ultimi 35 anni, in una continua ricerca. Sono orgoglioso di poter rappresentare i friulani attraverso la creatività».
Alla domanda su quale sia la scultura di cui va più fiero, a proposito di legame con la terra natale, Maschio non tentenna: «Quella che ho realizzato per il duomo di Venzone vent’anni dopo il terremoto del ’76, per evidenziare e onorare la tenacia della nostra gente nella ricostruzione. Don Roberto Bertossi mi aveva chiesto di ideare qualcosa che incarnasse quel concetto».
Ne uscì una composizione in cui 19 figure umane abbracciano simbolicamente, con grandi mani, una luce conica che cala dall’alto: «Sono le mani dei friulani», spiega il maestro, che fra i suoi principali motivi di soddisfazione include la vittoria del concorso (a Santa Maria la Longa) per “raccontare” artisticamente i celebri versi ungarettiani “M’illumino d’immenso” e la fontana universale dei diritti del bambino, nel Principato di Monaco.
«Sono estremamente grato – conclude il festeggiato – alla Pro loco e al suo già presidente Ilvio Riva, che considero a tutti gli effetti il mio scopritore, colui che di fatto innescò l’avvio della carriera: fu infatti lui a organizzare a Majano, nel palazzo delle associazioni di via Zorutti (ora sede della Pro loco), la mostra che rappresentò il mio trampolino di lancio. Era il 1989, fu un successone. Gli devo tanto».
E felici della felicità donata al maestro si dicono lo stesso Riva (che guidò il sodalizio majanese dal 1981 al’91, restando poi sempre attivo come consigliere, nel ruolo di responsabile delle iniziative culturali) e l’attuale presidente, Daniele Stefanutti: «Ci auguriamo – commenta quest’ultimo – di poter organizzare qualcosa di importante, qui in paese, con Franco Maschio».