La FP CGIL Treviso lancia un grido d'allarme sulla carenza di personale sanitario nell'ULSS2, che compromette gravemente il funzionamento di servizi cruciali come quello trasfusionale e l’assistenza materno-infantile. «Non mancano solo infermieri e ostetriche, ma anche tecnici di laboratorio, figure fondamentali per il funzionamento del sistema sanitario locale» ha dichiarato Sara Tommasin, rappresentante della FP CGIL Treviso. Rinviato ancora il trasferimento della Cittadella della Salute di Treviso.
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La situazione più critica denunciata dalla CGIL riguarda i tecnici di laboratorio, la cui carenza si fa sentire pesantemente nel Servizio di Medicina Trasfusionale. «A Treviso mancano almeno sei tecnici, mentre a Castelfranco, in pochi anni, il numero è passato da 14 a 5. Questo deficit ha portato a una vera e propria ‘fuga’ del personale, aggravando il carico di lavoro su chi è rimasto, costretto a coprire i turni su più presidi» spiega Tommasin.
Negli altri laboratori dell’azienda sanitaria, la situazione non è migliore: mancano altri dodici tecnici, mentre l’arrivo previsto di nuovo personale è limitato a sole quattro unità.
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L'assistenza materno-infantile è anch'essa in una situazione critica. «Solo a Treviso ci sono diciotto ostetriche in meno rispetto al necessario, una carenza che sta causando il rinvio del trasferimento del dipartimento materno-infantile nella nuova Cittadella» continua Tommasin. La carenza di OSS (operatori socio-sanitari) è altrettanto preoccupante, con un deficit di 18 unità. «Questi professionisti sono ancora reperibili sul mercato, ma ci scontriamo con un sistema che, se da un lato concede autorizzazioni, dall’altro non bandisce i concorsi necessari o li rallenta con continui ostacoli burocratici e tetti di spesa troppo restrittivi» ha aggiunto Tommasin.
